che l'esercizio delle loro funzioni possa essere in qualche modo ostacolato dall'esecutivo tramite la manovra di quello giudiziario. In questo senso l'immunità parlamentare è un istituto arcaico, che potrebbe tranquillamente morire, anche perché l'esperienza dimostra che in presenza di un governo che volesse davvero andare oltre la Costituzione e ne avesse la forza, essa non servirebbe assolutamente a nulla. Ad evitare anche qui una discussione inutile, che distoglierebbe dall'obiettivo urgente di ridare dignità all'istituto parlamentare di tronte all'opinione pubblica, consentiamo tuttavia alla sopravvivenza dell'immunità parlamentare, ma nel solo esercizio della funzione, e quindi per opinioni espresse dentro e fuori l'Aula. La sua estensione ai reati comuni, un tempo giustificata dal timore che l'esecutivo potesse ricorrere perfino ad imputazioni del tutto inventate pur di disfarsi di oppositori fastidiosi, deve invece cadere per intero. Al più si può consentire che il presidente della Camera, o del Senato, assistito in questo da consulenti legali, possa decidere che un parlamentare sottoposto a giudizio come un qualsiasi altro cittadino per un determinato reato venga assegnato ad altro giudice, da determinarsi con procedura ad hoc, qualora nel corso dell'istruttoria, e su domanda dell'interessato, ci fosse motivo di sospettare che il giudice «naturale precostituito per legge» possa non essere insensibile ad un'ostilità preconcetta verso l'inquisito o verso la parte politica cui egli appartiene. Se ci si volesse ostinare a voler lasciare alle Camere, attraverso le apposite commissioni per l'autorizzazione a procedere, la facoltà di ricondurre l'applicazione della norma nell'ambito della decenza, si darebbe prova di ottusa insensibilità di fronte al discredito che sta corrodendo le istituzioni. Passata l'emozione sollevata dall'ultimo episodio, non ci sarebbe infatti nessuna ragione per credere che i parlamentari di tutti i ·partiti, fieramente avversi magari gli uni agli altri in sede politica, non tornassero comodamente a lavarsi reciprocamente le mani, come hanno fatto finora. Sarebbe nostra speranza che l'iniziativa di una proposta di modifica dell'immunità parlamentare nel senso che si è detto partisse da uno dei partiti ai quali va manifestamente la nostra simpatia e il nostro voto, meglio addirittura se da tutti insieme con azione concertata. Non mancheremmo tuttavia di esprimere la nostra soddisfazione se un qualunque parlamentare, di qualsiasi parte politica, dimostrasse di non essere sordo alla protesta che viene dal Paese contro un costume corporativo che non è più tollerabile e che fa il gioco solamente dei nemici delle istituzioni. Domenico Settembrini INTERNAZIONALISMO Le· chiavi di Pietro NoN C'È ACCADIMENTO, PER QUANTO SEMplice e lineare, che non abbia cause e radici complesse e lontane. Lasciate cadere una tegola dal 8 quinto piano: quale meraviglia di fenomeni fisici in un evento così banale! La forza di gravitazione universale, la resistenza dell'aria, l'influenza della rotazione terrestre: tutto l'immenso universo sembra dare il suo concorso alla riuscita di quel minuscolo evento. E però, prendete il caso di un uomo che si trovi in strada proprio mentre quella tegola gli cade sulla testa. Quell'uomo potrà cadere svenuto, potrà imprecare, potrà denunciarvi per lesioni colpose o volontarie, potrà precipitarsi su per le scale per picchiarvi, potrà, filosoficamente, lasciar correre e prendersela col destino. Tutto farà meno che interrogarsi sulle leggi del 'universo da cui dipende il bernoccolo che gli è spuntato. A meno che quell'uomo non sia Pietro Jngrao. Nel qual caso, al passante che gli domanderà: «Onorevole, che le è successo? Si è fatto male? Ha bisogno d'aiuto?», /'ex-presidente della Camera risponderà: «Stia attento: a lei sembra che mi sia caduta una tegola sulla testa. Ma le cose non stanno propriamente così. Noti bene questo: si fa presto a dire tegola. Ma lei si rende conto esattamente di che cosa parla quando dice "tegola"? Caduta? Badi: non sia "astratto", per così dire. Il nodo della discussione è un altro•; e continuerà così per qualche minuto fino a quando non si accorgerà che il passante, nel frattempo, lo ha lasciato col suo bernoccolo ed è sgattaiolato dietro l'angolo: per un momento aveva pensato di essere inadeguato a capire tanta profondità; poi, semplicisticamente, aveva riflettuto sul fatto che, dopotutto, l'onorevole aveva picchiato proprio la testa. Come se gli fosse caduta una tegola in testa, dunque, /'onorevole Jngrao (in un'intervista su «Rinascita» del 25 gennaio) suggerisce complesse chiavi interpretative a un avvenimento, l'invasione russa del 'Afghanistan, di lampante chiarezza. Alcuni compagni, dice lngrao, alludendo ad Amendola, ragionano così: « li mondo oggi è diviso in due campi; non si può essere neutrali; bisogna schierarsi; anche se può 11011 piacerci, si sta con il campo dei paesi socialisti». Ragionamento che a noi sembra limpido ed esemplare, anche se naturalmente rovesciabile nella conclusione. Bisogna schierarsi: anche se può non piacerci, noi stiamo con il mondo occidentale. (Una posizione, quest'ultima - noti bene l'amico Sca/fari -, di cui nel PCI, per bocca di lngrao, non c'è nemmeno l'odore). lngrao invece obietta «che questa posizione 11011 coglie la realtà». Per Jngrao, abbiamo «bisogno di una cultura capace di cogliere la complessità dei processi, l'intreccio delle stratificazioni sociali. Lo schema dei due campi non spinge in questa direzione•. li modo di ragiJJnaredi Pietro lngrao è il prodotto, a suo modo tipico, di un costume politico caratteristico del Partito comunista - e del personaggio in particolare-, che consiste ne/l'avvolgere i problemi concreti nel quadro di una storia del mondo in cui si incrociano, in w1 continuo ribollire, movimenti, masse, lotte avanzate, che permettono sempre di guardare con fiducia all'avvenire, anche se coscienti dei pericoli e delle insidie del presente. Non che questa prosa mitica sia una caratteristica costante del nostro personaggio; ma lo è quasi sempre, e lo è in particolare quando occorre dare un colpo al cerchio, dopo averne dato 11110 alla botte. li colpo alla botte, nel caso specifico, consiste nelle dichiarazioni di condanna del 'invasione russa del 'Afghanistan, dichiarazioni che hanno sollevato numerose perplessità in vasti strati del partito, e 5 FEBBRAIO /980
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