D'altra parte, lo stesso Asor Rosa contrappone alla «cultura del 'emergenza», in cui i comunisti si sarebbero impaludati, una non ben precisata «cultura della trasformazione», che rischia di ridursi, se non si definiscono con esatteu.a obiettivi e strumenti, a una pura esortazione retorica e moralistica. C'è sul marxismo un'osservazione di Freud che merita di essere riportata: «benché il marxismo pratico - diceva lo scienziato viennese - abbia fatto inesorabilmente piau.a pulita di tutti i sistemi idealistici e di tutte le illusioni, ha generato a sua volta illusioni che non sono meno discutibili e gratuite delle precedenti». Freud non esitava a parlare di «misconoscimento idealistico della natura umana». Quando si parla di pragmatismo della cultura politica occidentale, s'intende dire esattamente questo: che essa è giunta, senza più rimpianti e velleità pseudo-umanistiche, a porsi i problemi nella loro concretezza e specificità, e a cercare di risolverli tenendo conto delle oggettive necessità tecniche. Si tratta anche in questo caso di una mistificazione ideologica? Può darsi, ma i teorici di una «cultura della trasformazione» debbono a questo punto, spiegarci in che cosa precisamente questa cultura consiste e qual' è la reale ipotesi politica che lefa da spina dorsale. Potremmo anche, alla fin fine, trovarci d'accort.!o. Paolo Bonetti ALBERTO ASOR ROSA COSTITUZIONE Immunità e arroganza NeL NOSTROPAESE u REALIZZAZIONEDI riforme che arrestino la degradazione delle istituzioni e della convivenza civile, introducendo una maggiore giustizia fra gli individui, i ceti e le classi, è resa difficile dalla presenza di un forte Partito comunista, che sino a ieri ha avviato entro il miraggio della rivoluzione una gran parte della classe operaia, e oggi, per collaborare alla sopravvivenza del sistema, chiede di essere messo in grado di prepararne una morte graduale e indolore dall'interno del governo. Esistono tuttavia riforme che, se venissero proposte con forza anche da pochi deputati non comunisti, il ILLEVIATANO PCI non potrebbe decentemente contrastare e insabbiare. Seppure insufficienti a riparare ai guai peggiori, esse servirebbero a ridare speranza al Paese, qualificando positivamente di fronte all'opinione pubblica le forze che si oppongono al disegno comunista. In casi come quello dell'immunità parlamentare, il PCI non può invocare la sua mancata presenza al governo, i partiti laici non possono nascondersi dietro l'alibi comunista. Perciò, se, anche dopo l'ultimo episodio, nessuno provvede, tutti dimostreranno di avere assai poco a cuore le sorti della democrazia. Di valutarle assai meno dei più insostenibili tra i propri interessi corporativi. Sarebbe questo un indice della mancanza di una seria volontà di arrestare la marcia al disastro, tanto più preoccupante, quanto più la questione è in sé marginale e facilmente risolvibile. L'episodio del deputato che investe e manda all'ospedale una donna, rea di aver fatto il suo dovere di vigile urbano, si presta a sconsolanti analisi di costume. Ma non è questo che ora ci interessa. E neppure vogliamo prendere in esame la credibilità della versione dell'incidente che, per attenuare l'impatto della notizia sull'opinione pubblica, l'interessato ha messo immediatamente in circolazione, come era prevedibile. Certo, ad astenerci dal prendere posizione in merito alla colpevolezza o meno, ci induce la volontà di rispettare scrupolosamente la norma che esige la presunzione di innocenza fino ali' emissione della sentenza. Ma nella stessa direzione ci spinge con ancor maggior forza la convinzione che questa volta, alimentando la solita intempestiva polemica tra innocentisti e colpevolisti, si perderebbe un'occasione preziosa per denunciare di fronte all'opinione pubblica quelli che sono due veri colpevoli, infinite volte recidivi: la normativa sull'immunità parlamentare e la prassi mafiosa con cui essa viene solitamente applicata. · Mentre tanti altri episodi la cronaca neppure li ha registrati, quest'ultimo, per la brutalità selvaggia e gratuita in cui in un primo momento è indiscutibilmente apparso, e per esserne stata vittima una donna nell'esercizio di una funzione fino a non molto tempo fa riservata ai soli maschi, ha fatto suonare un campanello d'allarme di cui si deve approfittare subito, senza bisogno di attendere il verdetto circostanziato dei giudici, se mai ci sarà, per discutere quanto di scandaloso è già sotto gli occhi di tutti: il fatto che un cittadino, indiziato di un reato ignobile, sfugge, se deputato, all'arresto immediato, in deroga all'uguaglianza di tutti di fronte alla legge. Crediamo che neppure sia il caso di spendere molte parole per dimostrare che non era per ottenere questi risultati di basso corporativismo, che è stato originariamente concepito l'istituto dell'immunità parlamentare. Si trattava di mettere i rappresentanti della nazione al riparo di eventuali persecuzioni dell'esecutivo, in un'epoca in cui l'istituto parlamentare era nuovo e nuove erano le libertà di pensiero e di parola; il potere giudiziario dipendeva ancora da quello esecutivo, mentre la prassi che fa dipendere i governi molto di più dalla fiducia delle Camere che da quella di un capo dello Stato, a sua volta eletto dal parlamento, non esisteva o non era ancora saldamente affermata. Tutte condizioni che oggi sono cambiate radicalmente. Il capo dello Stato, il governo e il potere giudiziario, per quanto ciascuno autonomo dall'altro nell'esercizio della propria funzione, non si trovano nessuno completamente al di sopra e al riparo del controllo delle Camere. I membri di queste ultime non hanno perciò di che veramente temere 7
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==