funzione dei socialisti è quella di cerniera e di garanzia,,. In altre parole, il ruolo del PSI è per Lombardi solo quello di preparare il terreno al PCI e di «garantirlo• presso quei settori di opinione pubblica che abbiano ancora delle diffidenze (ingiustificate) verso di esso. Ingiustificate, perché, secondo Lombardi, il PCI ha già portato a termine il processo di revisione ideologica e politica; e all'intervistatore che gli chiede: «nessuna condizione, quindi, per stare insieme?•, risponde: «No, io almeno non ne pongo. Tranne quella, implicita, che il PCI resti un partito autenticamente democratico•. Si capisce come la polemica scatenata nel 1978 da Craxi contro il leninismo, il centralismo democratico ecc. del PCI, abbia colto Lombardi del tutto impreparato, e lo abbia visto silenzioso e appartalo. Tutte queste cose ci sono venute in mente leggendo il resoconto del discorso di Lombardi al congresso nazionale dei giovani socialisti (sul «Corriere della Sera• del 20 gennaio). In questa occasione egli ha indicato a un'assemblea delirante di entusiasmo alcuni obiettivi di grande misura e realismo, e chiaramente non massimalistici: per es., che oggi occorre cambiare subito la vita, perché le trasformazioni tecnologiche sono in grado di liberare l'umanità dalla schiavitù del lavoro produttivo. E con ciò il vecchio Lombardi ha dato il proprio fattivo contributo, in un momento così delicato per la nostra economia, all'aumento della produttività del lavoro. Inoltre Lombardi ha inneggiato al '68, facendo una rivalutazione delle parole d'ordine di quel periodo. Per precisare il suo pensiero, dice il «Corriere•, Lombardi ha detto: «lo sono un patito del '68 e non mi farò mai persuadere che quegli anni sono la spiegazione dei fenomeni terroristici di questi anni•. Che proprio nel '68 la sinistra extraparlamentare abbia elevato l'intimidazione. la soprnffazione e la violenza a metodi di lotta politica, è un'idea che non lo sfiorn nemmeno. Così come non gli passa per la lesta che la •democrazia» sessantottesca fosse una democrazia carismatica e peronistica, senza alcun rispetto e senza alcuna tutela per i dissenzienti e per le minornnze. E come meravigliarsene? Quello che caratterizza il pensiero lombardiano è una completa insensibilità per i problemi della democrazia politica, RICCARDO LOMBARDI 6 e una concezione un po' maoistica e un po' goliardica della democrazia sociale. Ha ragione il giornalista del «Corriere della Sera,.: da quanto Lombardi ha detto ai giovani socialisti, si è compreso che con questo presidente il PSI avrà un nuovo impulso ideologico e che non sarà facile arrivare a mediazione politiche con gli altri partiti. P.S. «La Repubblica• del 27 gennaio pubblica un'altra intervista del presidente del PSI, nella quale egli ribadisce le posizioni già note: sul piano internazionale, l'equidistanza dai blocchi e una scelta neutralistica; sul piano interno, una piena adesione alla linea del PCI, col quale si fa intravedere addirittura una possibile e imminente unificazione. Ma se le cose stanno così, Lombardi dovrebbe spiegare perché mai in futuro si debba votare per il suo partito e non per il PCI. Forse solo perché il PSI è più piccolo, ha un'organizzazione più sgangherala, e qualche suo dirigente di primo piano è coinvolto in scandali e in brutte storie? Sarebbe davvero una bella pretesa! Giuseppe Betkschi COMUNISTI Una Rosa . senza spine kroNJO GRAMSCI È STATO, FORSE, L'ULTImo grande intellettuale comunista che ha proposto, con estremo rigore, una concezione totaliu.ante della società e del partito. Ma già in lui, alle prese con i problemi delle complesse e frantumate società occidelllali, l'indubbia ispirazione leninista entrava in contraddizione con autentiche esigenze di matrice liberale. Gramsci non è il monolite totalitario di certe interpretazioni scopertamente polemiche. Certo è che Gramsci non basta pi,ì: sulla via della laicizzazione integrale, il Partito comunista è costretto a lasciarsi decisamente alle spalle il suo padre fondatore e con lui anche coloro che, nell'immediato dopoguerra, vollero dar vita al ,partito nuovo». Possiamo considerare concluso questo processo "revisionistico" oc' è ancora parecchia strada da percorrere? Ciò che oggi separa i comunisti italiani dalla vasta area libera/socialista non è tanto il giudizio su singoli eventi politici ed economici (le convergenze tendono, anzi, a farsi più numerose), quanto la diversità, che ancora persiste.fra una cultura (quella liberale e socia/riformista) che ha definitivamente e laicamente bruciato ogni illusione su ipotetiche rifondazioni sociali, e una cultura (quella comunista) che ancora si attarda in concetti ed atteggiamenti di derivazione religiosa. Si prenda, a questo proposito, la tavolta rotonda che «Rinascita» del 25 gennaio ha organizzato a conclusione di 1111 lungo dibattito sul rapporto intellettuali-partito: di fronte ad Asor Rosa che denuncia apertamente la crisi irreversibile del partito-demiurgo, del partito che ha una risposta per 111110, c'è chi, come Natta, sembra rimpiangere l'egemonia di gramsciana memoria e invoca la necessità di una battaglia culturale gestita direttamente dal partito. 5 FEBBRAIO /980
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