INFLAZIONE La colpa è dello Stato MALGRADO sow QUALCHE MESE FA SI sostenesse che nel corso del 1980l'inflazione sarebbe scesa a valori prossimi al 10per cento, i dati sull'aumento dei prezzi nel mese di dicembre e le più recenti previsioni mostrano una realtà ben diversa. Per l'anno ptossimo ci attende di nuovo quell'inflazione «a due cifre» che ha accompagnato; per tanto tempo nel corso degli anni '70, l'economia italiana. Si può fare qualcosa per fermare la crescita dei prezzi? Molti, probabilmente, non si pongono più la domanda. Chi per rassegnazione, chi per adattamento - nel senso che ha trovato il modo di far crescere le sue entrate di pari passo all'aumento dei prezzi-, chi perché nel disordine dei prezzi nuota come un 'pesce nell'acqua. Ma anche chi si pone la ~omand~ non ha di fronte risposte molto confortanti. La tesi più diffusa, più presente nei discorsi di poli~ica economica, continua a offrire una ricetta vaga, difficilmente definibile in termini operativi, anche se carica di significati intuitivi: quella, per intenderci, del «patto sociale». · Si tratta di un'espressione ambigua col difetto, tipico, di confondere abilmente un fatto genericamente positivo (che nelle società aumenti il consenso) con una scelta di politica economica molto precisa (almeno dal punto di vista libresco). In estrema sintesi, la scelta di politica economica è il controllo dell'inflazione attraverso la politica dei redditi, ovvero la spartizione preliminare delle fette della torta, e la successiva imposizione alle parti sociali di rispettare la divisione. Ciò implica controlli sui prezzi, «ammorbidimento• del sindacato, centralizzazione di molte decisioni di investimento eccetera. Sui difetti operativi e sui pericoli per un'economia liberale di questa scelta ci sarebbe molto da dire: negli ultimi anni gli studi empirici sull'inefficacia delle politiche dei redditi si sono moltiplicati, e le zone d'ombra del ragionamento di base (come osserva Antonio Martino nel suo articolo) sono ormai chiare. • • Il fatto importante, però, è che nonostante le apparenze esiste una ricetta alternativa a quella del «patto sociale• e della politica dei redd!ti. Re~ente: mente ribadita al convegno della Fondazione Einaudi tenutosi a Roma il IOgennaio (sul tema: «Inflazione: aspettative e ruolo delle parti sociali e della mano pubblica», hanno parlato Michele Fratianni, Mario Monti Michael Parkin, Giorgio Rota e Paolo Sylos Labini la ricetta liberale di lotta all'inflazione parte da tre considerazioni di base, tutte e tre strettamente collegate. La prima è che converrebbe guardare all'inflazione non come a un fenomeno, ma come a uno strumento di politica economica usato da governi deboli per far quadrare i loro cbnti (Rota); la seconda è che un'analisi operativa dell'inflazione deve chiedersi, prima di far prediche alle «parti sociali», quali siano le vie per cui il governo stesso contribuisce ad accelerare l'aumento dei prezzi (Monti); la terza è che nonostante le convinzioni del senso comune, le responsabilità maggiore dell'inflazione va ricercata ali' interno del paese non ali' esterno (come il prezzo del petrolio) in una congiuntura su cui il governo centrale non può obiettivamente agire (Parkin). Partendo da questi presupposti, e all'interno di uno schema di ragionamento che privilegia il ruolo della moneta fra le cause necessarie dell'inflazione la proposta si articola grosso modo così. li governo dovrebbe innanzitutto lasciar perdere le prediche e vincolare se stesso a comportamenti non inflattivi, controllando la spesa pubblica, diventando più severo nelle concessioni di stipendi agli statali, e facendo capire alle imprese che non verrà in loro aiuto quando le troppe concessioni salariali manderanno in rosso tanti bilanci. L'autorità di politica monetaria, nello stesso tempo dovrebbe lanciare un messaggio di questo tipo: «nei prossimi tre anni la quantità di moneta che verrà immessa in circolazione per finanziare l'economia non supererà un dato limite a cui gli operatori economici devono fin d'ora adattare le loro previsioni. Se non lo fanno, saranno responsabili dei danni «reali» che ciò provocherà: le imprese che avranno concesso troppi salari non reperiranno il credito per tirare avanti; i sindacati che avranno strappato questi aumenti dovranno rispondere della disoccupazione che ne seguirà». Si tratta, in sostanza, di mutare le aspettative degli operatori sugli aumenti di prezzi. L'obiezione più frequente. a questo punto, riguarda i costi «reali» dell'operazione. Si dice, in breve, che il «giro di vite» monetario, graduale, ma implacabile avrebbe effetti devastanti su un'economia molto lontana da quel mercato perfettamente flessibile e concorrenziale che si ipotizza a margine di ragionamenti come questo. Anche se si tende spesso a esagerare i costi della cura (mentre si dimenticano sempre i costi della malattia) la critica ha una sua validità. Per questo, gli economisti che propongono la ricetta liberale affiancano sempre, alla manovra di politica monetaria, quella ben più articolata e complessa di intervento sui singoli mercati per renderli più flessibili e competitivi in modo che nell'opera di risanamento si salvino i più efficienti non i più protetti. Silvio Bencini Abbonamento annuo: L. 20.000 Abbonamento semestrale: L. 11.000 Sconto speciale per chi risiede nelle città e nei paesi dove «li Leviatano» non arriva in edicola: abbonamento annuo a sole L. 14.000. Conto corrente posiale n. 58761008 intestato a «li Leviatano» via dell'Arco di Parma. 13 - 00186 Roma R ·strazionc presso il Tribunale di Roma n. 17737 del 6 tugHo 1979. Prezzo: lire .SOO. Arretrato: i.I doppio. A~na.rnenti:_ ann°? lire ~.000, seme• st':::c lire I 1.000, estero annUOlire 30.000. Versamenti sul conto corrente postale n. 58761008 intestato a •Il Leviatano•· via dell Arco d1 ~ 13 · 00186 Roma,.. Stampa SO.GE.MA. srt. via di Santa Seconda. 28 . 00166 Roma. Tel. ~45 . Spcd._ abb. post. gr. 2n_ey;;., Collaborazione fotografica di Beppe Forli • Progeno grafico di Carta Volpato • Edizioni coop. a r.l... 11LcvLatano• • Presidente prof. Rosano Romeo · Anno 11. n. 4 16 5 FEBBRAIO 1980
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