EDITORIALE • • • con tutti i filistei TRA IL CONGRESSO DEL PARTITO SOCIALdemocratico e il Comitato centrale socialista. che si svolgevano in concomitanza. la stampa ha scelto di dare più spazio a quest'ultimo. A ragione, secondo noi. Perché il congresso socialdemocratico, che pure ha presentato non pochi elementi di interesse. ai fini della questione centrale del momento politico attuale, quella della partecipazione dei comunisti al governo, non ha fatto che ribadire - con la forza che proviene dall'essere stata confermata dalla massima istanza dell'organizzazione - la posizione che già si conosceva: e cioè che i socialdemocratici non intendono, come d'altra parte i liberali. partecipare a un governo con i comunisti. Diversa era invece l'attesa per le conclusioni del Comitato centrale socialista: e ciò non solo perché, senza i socialisti. non c'è governo stabile che, con l'attuale composizione parlamentare. si possa costituire; ma anche perché la profonda divisione interna del PSI, e l'equilibrio tra le sue diverse tendenze, non consentivano di prevedere quale ne sarehbe ~tato l'esito. La conclusione dell'assise del PSI, lo diciamo subito, a noi sembra non aver chiarito fino in fondo l'atteggiamento del PSI, anche se, innegabilmente, l'opposizione a Craxi e la richiesta di un «governo di unità nazionale» hanno segnato alcuni punti. Non chiarita fino in fondo perché. intanto. resta alla guida del partito un 2 uomo. Bettino Craxi. la cui relazione introduttiva ai lavori del CC - per non dire delle posizioni assunte nel passato - ha espresso una posizione diversa da quella ultimativa della sinistra, in particolare nel ritenere prioritario il salvataggio della legislatura e quindi possibili altre formule. In secondo luogo perché, anche dopo la conclusione del Comitato centrale, appaiono nuovamente, dalle dichiarazioni di Craxi e degli uomini della sinistra, accenti difformi che sarebbe sbagliato sottovalutare. Ciò non toglie che il comunicato conclusivo della riunione dei socialisti, frutto del compromesso faticosamente raggiunto nella notte tra il 17 e il 18 gennaio, contenga elementi fortemente preoccupanti per chi, come noi, considera un grave errore politico non solo per il Paese, ma per lo stesso Partito socialista, lavorare per associare i comunisti al governo. Scompare infatti dal comunicato la disponibilità ad altre soluzioni di governo. che era invece presente nella relazione di Craxi; l'autonomia del PSI, cioè la sua capacità di decidere, nell'interesse del Paese e proprio, liberamente la propria via, risulta fortemente ridimensionata per il fatto che la partecipazione al governo è subordinata alle decisioni dei partiti maggiori, e in particolare al gradimento comunista per il prossimo gabinetto. In questo quadro negativo, l'unico fattore di conforto è che il segretario del PSI, non smenti29 GENNAIO 1980
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