comunisti: sono disposti a lavorare per far funzionare meglio questo tipo di società o intendono perdersi dietro l'aria fritta di socialismi che non si sono mai visti in essere? Paolo Bonetti L'oro della pace IL «BULLETIN FINANCIER SUISSE, DEL 13 Dicembre 1979 pubblica un prospetto molto chiaro sull'offerta e la domanda di oro (in quantità): Offerta di oro sul mercato libero (tonnellate) · Produzione occidentale (acquisti) / vendite Paesi dell'Est (acquisti) / vendite FMI e altre autor. mon. TOTALE 1970 1974 1978* 1979** 1.274 1.008 969 1.010 (3) 220 430 390 (236) 20 414 550 1.035 1.248 1.813 1.950 Domanda di oro sul mercato libero (tonnellate) Industria Investimenti e tesaurizzazione 1.272 437 1.248 1.310 (337) 516 305 390 L'offerta dei Paesi dell'Est (essenzialmente l'URSS) è ritenuta da Nicholas Colchester (•Financial- Times», 4/1/80) inferiore a quella sopra indicata: solo 200/300 tonnellate contro le 400 circa del 1978: il che porterebbe l'offerta totale, nel 1979,a 1.820tonnellate contro le 1.750 del 1978. Il comportamento dell'URSS sul mercato dell'oro, in sostanziale intesa con il Sud Africa (che ha venduto circa 710 tonnellate nel 1979),tende a far crescere il prezzo, in modo da avere un'entrata in dollari adeguata alla necessità di colmare il disavanzo commerciale verso l'Occidente, con una quantità inferiore di oro. Il Sud Africa, per suo conto, non può o non vuole aumentare la produzione: ora fa anche circolare voci di imminente esaurimento di alcune miniere. Se i due principali venditori, quindi, non rispondono ad una domanda crescente, rimangono solo le banche centrali, la cui riunione a Basilea dell'8 gennaio si è conclusa peraltro con un nulla di fatto. È comprensibile che, dopo la •guerra dell'oro• degli anni settanta, esse abbiano un certo imbarazzo a cambiare linea; tuttavia, prima o poi, dovranno pur cogliere una scelta fra la rimonetizzazione dell'oro (con conseguente arresto dell'arbitraria proliferazione di segni monetari, soprattutto USA) e la vendita degli stock depositati nei vari sotterranei. La paura della guerra, di cui l'aumento dell'oro è solo un sintomo, può essere combattuta anche eliminando le cause del disordine monetario: questa è la responsabilità che si dovrebbero assumere gli USA, nel momento stesso in cui tentano di riprendere la guida del mondo occidentale. All'oro di guerra si può sostituire l'oro di pace (non solo monetaria). • dati provvisori •• stime IL LEVIATANO Celso Destefanis Sciopero, Generale NELL'INTERVISTA CHE ABBIAMO PUBBUCAto I' 11dicembre il generale Enzo Felsani, esponente del movimento per la formazione di un sindacato di polizia aderente alle Confederazioni, aveva dichiarato: • ... prenderemo tutte le iniziative che riterremo necessarie; in ogni caso, però, nel rispetto della legge». Non dubitiamo che il generale Felsani fosse convinto di ciò che affermava e forse ne è ancora convinto. Conoscendo i metodi con cui conducono le alleanze, non ci sembra da scartare l'ipotesi che nel decidere la partecipazione ai comizi del 15gennaio di aderenti al suddetto movimento i dirigenti confederali non abbiano dato molto peso al parere del generale Felsani. La questione dovrebbe però essere attentamente valutata dalle forze politiche, perché si inserisce in un processo di «svuotamento• dello Stato democratico che è in atto da tempo. Siamo di fronte ad una vera e propria escalation (si saggia il terreno, e se non si incontra resistenza, si procede con atti sempre più audaci), che se non viene contrastata, può portare a situazioni che i teorici marxisti definiscono di «dualismo di potere». Non si deve inoltre dimenticare che siamo di fronte ad una ipotesi di formazione di governo con i comunisti, avanzata da più parti. Se l'ipotesi divenisse realtà, si avrebbe un governo in cui i comunisti avrebbero un peso determinante, ben al di là della rappresentanza governativa che venisse loro concessa. Infatti, i comunisti potrebbero operare su due terreni: al livello governativo, contribuendo a formare le leggi, al livello extra-governativo, disubbidendo alle leggi che non condividono e sfruttando gli spazi «autonomi• che si sono guadagnati nell'ambito dello Stato. Si noti, inoltre, che da sinistra la questione del sindacato di polizia sembra già decisa. Il quotidiano «La Repubblica», ad esempio, l' 11gennaio dà notizia di una dichiarazione del movimento per la formazione di un sindacato di polizia aderente alle Confederazioni facendola passare come «appello ai cittadini del sindacato unitario di Pubblica Sicurezza». Se poi si esamina il contenuto di tale «appello•, le preoccupazioni che abbiamo espresso certamente non si attenuano. Il documento esprime infatti una linea fortemente politicizzata, arrivando a rivolgersi all'opinione pubblica perché si mobiliti, constatata •l'impotenza dello Stato nei confronti del terrorismo e della criminalità». Sirio Di Giuliomaria I lettori che sono disponibw per aiutan l'iniziati-va del «Leviatano» dal punJo di vista finanziario, organizzlltiyo, polilico o giornalistico sono pregali di pnnun contatto con la redazione, all'indirizzo di 00186 Roma, l'ia dell'Arco di Parma 13, telefono (06) 6545398. 7
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