Il Leviatano - anno II - n. 2 - 22 gennaio 1980

BLOCKNOTES A Chieti sale la nebbia NON SAPPIAMO, ANCORA, SE LA LEITERA ES/- bit a dall'onorevole Mellini al Tribunale di Chieti, con la quale il Fronte popolare per la liberazione della Palestina rivendica la proprietà dei lanciamissili sequestrati a Pifano e compagni il 7 novembre dello scorso anno, sia un falso o un gesto di compiacenza, come può lasciar credere la sua data del 2 gennaio 1980. Vale a dire dopo due mesi dall"arresto dei tre autonomi colti con le mani nel sacco. Certo è che gran parte del senso della lettera è talmente contraddittorio e illogico da renderla puerile se non addirittura assurda. Non si capisce infatti come e quanto essa possa avvantaggiare Pifano e compagni i quali, anche se ingaggiati semplicemente in una operazione di basso e rischioso facchinaggio, si vedono trasformare il loro reato da detenzione di armi da guerra (massimo cinque anni di galera), in una serie di reati per i quali le pene previste sono assai maggiori. Come altrettanto certo è che ci troviamo in una vicenda dai contorni torbidi sia sul piano della politica interna, sia su quello della politica estera del governo. La smentita della Presidenza del Consiglio con la quale, nel tirare fuori dall'oscuro episodio l'Ambasciata italiana a Beirut, si ammette esplicitamente che i servizi segreti italiani hanno preso contatto con l'organizzazione terroristica di George Habbash, e confermato la versione della sua lettera, senza peraltro «raccogliere prove» non avendone competenza «ai sensi delle leggi in vigore», come dice il comunicato del governo, non toglie nulla alla gravità della cosa. Né la precisazione da nessuno richiesta ma contenuta nella suddetta smentita, secondo la quale il Fronte popolare di Habbash è qualcosa. «ben diversa e distinta» dall'OLP di Arafat assolve il governo da certe responsabilità che gettano una luce sinistra sulla politica seguita nei confronti dei palestine~i e delle loro organizzazioni. E legittimo infatti domandarsi se le relazioni intrattenute con l'OLP, testimoniate dalla dichiarazione resa dal ministro degli Esteri nell'ottobre scorso - alla fine dei colloqui più o meno ufficiali (con relativo pranzo) con il numero 2 dell'OLP. Kaddumi - secondo la quale non vi erano più «ostacoli di principio» a una visita di Arafat in Italia, modifichino molto la sostanza dei fatti, considerato che il Fronte di Habbash fa parte dei più importanti organismi del1'OLP di Arafat. 1 fatti sono scandalosi poiché dimostrano che certi organismi dello Stato, sia pure segreti, conoscono i terroristi palestinesi, li contattano, raccolgono le loro «dichiarazioni di parte», accreditando proprietà di armi che viaggiano sulle strade della Repubblica a bordo di automezzi degli autonomi. E dimostrano ancora che la simpatia del governo verso i palestinesi non è, tutto sommato, lontana dalla pari simpatia degli autonomi, se non nel maggiore o minore estremismo dei rispettivi interlocutori. Arrivati a questo punto, il meno che si può dire è che il governo italiano appare invischiato in una politica di evidente doppiezza di grandi dimensioni. Doppiezza nei confronti dell'unità della sua politica estera con quella degli altri Paesi della CEE verso i palestinesi. Doppiezza nei confronti dello Stato d'Israele con il quale intrattiene rapporti diplomatici di reciproco rispetto e, supponiamo, di reciproca amicizia. Doppiezza nella sua lotta al terrorismo, giacché mentre da una parte combatte duramente contro il terrorismo italiano, di fatto conosce bene, contatta, e forse tollera quello palestinese. Non c'è dunque da meravigliarsi se alla doppiezza italiana corrispo:idesse quella dei palestinesi i quali importano od esportano (ancora non è chiaro) lanciamissili scarichi e inefficienti «con destinazione Italia o altri Paesi occidentali». (Per che cosa? Per ripararli? Per ricaricarli?). Con la complicità degli autonomi di via dei Volsci. Se così stanno le cose, quale attendibilità si può dare alla prima frase del comunicato della Presidenza del Consiglio che testualmente dice: «Nessun accordo è mai intervenuto tra governo italiano ed organi ordinari o speciali dell'amministrazione dello Stato ed organizzazioni palestinesi circa il deposito, l'importazione, l'esportazione, il trasporto, la detenzione in qualsiasi forma e per qualsiasi fine di armi nel territorio italiano da parte e per conto delle organizzazioni palestinesi»? E. infine, quale significato va dato alla frase conclusiva della lettera del Fronte popolare per la liberazione della Palestina che gratuitamente afferma: «Desideriamo confermare che noi siamo e vogliamo restare amici del popolo italiano». Si tratta di una chiamata di correo? CONFERENZA STAMPA DI ARAFAT NEL CORSO DEL VERTICE ARABO ANTI SADAT, A BAGDAD 22 GENNAIO /980

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