perciò pericolosi testimoni; e ancora uccidere i giudici. coi quali v'è stato perfino qualche contatto personale, quando si teme che possano scoprire le malefatte. li tutto in nome del mito rivoluzionario, in nome di quello che si presume essere il bene del popolo, che di quel bene non vuole saperne, che da quel bene, dove c'è, cerca di fuggire in tutti i modi. In nome della società perfetta, ogni principio morale viene intanto calpestato e vilipeso: il compagno. una parola abusata che vuole però sottolineare la fratellanza, l'eguaglianza, la comunione, può diventare la vittima da immolare sull'altare dell'utopia più insensata. All'inizio degli anni settanta sembrava ancora a molti che l'apparato produttivo potesse offrirci sempre maggiore benessere materiale senza il duro lavoro necessario per produrlo. Come nel paese dei balocchi, ci si spiegava che in Italia si doveva guadagnare come in Germania o negli Stati Uniti. ma inceppando quelle faebriche che lì producono a ritmo continuo e con una produttività molto superiore a quella italiana. E oltre ai salari ai livelli più alti, bisognava avere ogni forma di assistenza dallo Stato. per esaudire tutti i bisogni di tutti: non solo la sacrosanta assistenza sanitaria e la previdenza per gli anziani; ma l'elettricità a prezzi irrisori, il telefono autoridotto, i trasporti pubblici praticamente gratuiti, milioni di pensioni di invalidità per giovani sani e robusti; e nello stesso tempo più soldi da investire in nuove fabbriche inutili perché improduttive per far non lavorare tutti e per dare a tutti un salario. 6 Negli anni settanta quasi tutti I part1t1 e i sindacati hanno chiesto, in fondo, la quadratura del cerchio: al loro seguito buona parte degli italiani si è convinta che essa fosse possibile. Che cosa si è voluto? Il capitalismo senza i capitalisti, la ricchezza senza il lavoro. la democrazia. più istruzione e meno scuole funzionanti, più assistenza e meno tasse, meno consumi ma nessuno che consumi di meno. più investimenti e più consumi a parità di prodotto. il diritto per tutti a un titolo di studio non meritato e posti di lavoro intellettuale ben retriibuiti per tutti quelli che non hanno studiato, ordine pubblico senza forza pubblica, il socialismo senza statalismo, gli americani senza rompere con i russi e i russi col beneplacito degli americani, l'aumento di beni materiali per tutti e la libertà per ognuno di fare quello che gli pare. Dov'era il «senso comune» di una società di adulti che scriveva i propri programmi politici ispirandosi al Pinocchio di Collodi? Nel passato decennio due più due sembrava avesse smesso di fare quattro. Tutto sembrava dipendere da un'entità astratta chiamata Stato, che poteva colmare i deficit di tutte le aziende, pubbliche e private. poteva sopperire a tutte le necessità. poteva rispondere a tutti bisogni. Poiché tutti hanno i loro bisogni. e il limite dei bisogni può fissarlo soltanto Dio. tutti hanno partecipato a un'arrembaggio generalizzato di un'entità che ciascuno non sentiva come sua e che a ciascuno però poteva dare il suo. Tutto appariva possibile. una volta perduto il «senso comune». Dagli anni settanta dovrebbe essersi 15 GENNAIO /980
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