giorni, prima il democristia110 Mastella, « v,cmo» al/'011. De Mita, poi il vicesegretario socialista Signorile, e fìnalmellle il deputato repubblicano Del Pennino, se ne vengono fuori a proporre il rinvio delle elezioni amministrative di primavera. Sarebbe il quilllo rinvio di normali scadenze elettorali nel giro di quattro anni; ma questa volta non riguarderebbe piti elezioni locali di modesta entità, come le amministrative del '77, o elezioni settoriali, come quelle universitarie del '77 e del '78, ma una prova che coinvolge il 90% dell'elettorato nazionale. L'on. Del Pennino, in linea con la ben nota attenzione del suo partito per i contenuti, ha motivato la sua proposta con l'opportunità di far precedere alle elezioni la riforma della legislazione sulla struttura e le attribuzioni degli enti locali. L'idea è buona; e oltretutto è 111ilizzabileper le elezioni politiche; che, all'occorrenza. si potrebbero sospendere sine die in attesa della riforma della Costituzione. Ci permettiamo di girare fìn d'ora questo modesto s11ggerime1110all'eventuale governo di unità nazionale. Non vogliamo drammatizzare. Anche perché i personaKgi di cui sopra 1101c1e lo co11.<e11tira11110, in quanto si guarderanno hene. per 1111 po' di tempo, dall'insistere sulla loro proposta. Si tratta di assuefare l'opinione pubblica, con la debita gradualità, ali' idea che le scadenze elettorali sono manipolabili a discrezione della corporazione dei politici. Fra qualche mese la proposta del rinvio ritornerà fuori, questa volta magari ad opera di parlamentari di maggior rilievo; e da 1111 giorno all'altro ci accorgeremo che ormai la discussione verte 1101p1iti s11//'opport1111itàdel rinvio, ma sui modi di motivarlo. Significativo, in questa occasione, il silenzio del PCI, che invece era stato alla testa delle manovre per il rinvio delle elezioni scolastiche. I comunisti sanno che il rinvio delle amministrative 11011ha niente a che fare con le ciance «tecniche» con cui lo si motiva, ma mira a sottrarre al giudizio del Paese i loro partner nella eventuale grande ammucchiata, che hanno tutti i motivi per temere delle sorprese; tanto pilÌ se nell'area libera/socialista matureranno proposte mwve fìnalmente adeguate alla gravità del momelllo. Anche il PCI ha da temere, e molto, dalla prossima prova elettorale. Ma perché dovrebbe esporsi. se c'è già tanta r:ente r·olentero.rn che si ojfre di togliergli le castagne dal ji,oco1 Paolo Demartis Sulla buona strada IL PARTITO SOCIALISTA DEMOCRATICO, CHE ha attraversato tra il 1975-76 e il 1979 anni estremamente difficili. apre il 16 gennaio il proprio diciottesimo congresso nazionale in un momento di ripresa elettorale e di apprezzabile unità interna. Le difficoltà degli anni passati dipesero da problemi di carattere politico generale - la polarizzazione dell"elettorato nel 1975 e ancor più nel 1976 sui maggiori partili. Democrazia cristiana e Partito comunista -; ma furono aggravate da un offuscamento dell'immagine della socialdemocrazia. prima per il ruolo di scarso rilievo che. dopo la scissione coi socialisti. quel partito sembrava avere nel centro-sinistra. poi. e soprattutto. per una gestione interna apparentemente IL LEVIATANO finalizzata alla pura spartizione di ruoli di sottogoverno. per non parlare della vera e propria bufera che sul partito si addensò in seguito all'affare Lockheed e alla condanna di Tanassi. Insomma. l'assommarsi di varie difficoltà. alcune indipendenti dalla dirigenza del partito - oggettive, diciamo così -. altre da ascrivere a responsabilità del gruppo dirigente. avevano finito per rendere poco chiaro il ruolo del PSDI nella politica italiana e avev,;1no fatto temere addirittura che. nelle recenti elezioni politiche del 1979. la socialdemocrazia italiana potesse scomparire. È accaduto invece. contrariamente alle aspettative di quasi tutti i commentatori. che il PSDI non solo non scomparisse. ma si rafforzasse più di ogni altro partito in competizione (con la sola eccezione dei radicali). Ciò che. a nostro parere. è dovuto - simmetricamente - a ragioni oggettive e ragioni soggettive. Oggettive quelle relative all'emergere di un comportamento dell'elettorato che accresce la propria ostilità nei confronti del regime democristiano. ma appare deluso dai comunisti e alla ricerca di qualcosa di nuovo; soggettive. in relazione alla capacità del nuovo gruppo dirigente socialdemocratico. e in particolare del segretario Longo. di dar segni di rinnovamento. di ridefinizione di un proprio ruolo. di rilancio. Quest'immagine di rinnovamento appare confermata dalla relazione di Longo al prossimo congresso. attenta ai problemi di fondo del Paese e alle prospettive di lungo periodo più di quanto non si prospetti problemi attuali di formula politica (che pure contano) e di ripartizione del potere. ricca di proposte non sempre condivisibili. ma che comunque testimoniano la volontà di confrontarsi con i problemi reali del Paese anziché con quelli di una classe politica in piena degenerazione. Interessante soprattutto appare il proposito - di cui è testimonianza anche l'intervista che Pietro Longo ha rilasciato al leviatano (n. 6) - di superare gli egoismi di partito e di ricercare punti di contatto e di unità all'interno dell'area laico-socialista che trascendano interessi particolari. di per sé legittimi. ma incomprensibili ai più in una situazione di grave crisi come quella che r Italia sta attraversando. Il PSDI sembra dunque. nel momento del proprio congresso. muoversi nella giusta direzione. Anche se non si può tacere che la gravità della situazione. interna e internazionale. impone ormai ritmi diversi per dare alla crisi italiana uno sbocco sostenuto da una forza politica nuova. capace di svolgere. al governo o all'opposizione. un ruolo politico di primo piano. E che non basta cominciare a rimuovere vecchie incrostazioni: bisogna dare al Paese il senso di un rinnovamento deciso e senza tentennamenti: ciò che ciascun pa11ito. da sé. a nostro parere. non può compiere con la necessaria energia. È significativo però che lo stesso segretario del PSDI appaia consapevole della necessità di percorrere questa strada. anche se qualche inceppo. in famiglia. non manca. [I] 15
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