PCI, centro-s1mstra e unificazione furono tre aspetti strategici di un'unica ispirazione e di una permanente esigenza. L'ispirazione era la ricostruzione del movimento socialista su basi democratiche superando i motivi di tutte le scissioni fino al 1921; l'esigenza permanente era di non sottrarsi mai alla necessità di fare politica ogni giorno, nelle concrete condizioni esistenti, affrontando con realismo i problemi. Ma qui il discorso si complica e per continuarlo bisognerebbe fare la storia di 30 anni. Penso che sia più istruttivo, nel breve spazio di questo scritto, raccontare un episodio che illustra il modo di fare politica di Pietro Nenni. Tra i tanti ne scelgo uno. Subito dopo il suo insediamento nell'ufficio di vice-presidente del Consiglio, al 3' piano di Palazzo Chigi, Nenni comincia la fatica di Sisifo delle trattative con Moro per l'attuazione del programma concordato: nel quale ha fatto inserire lo Statuto dei diritti dei lavoratori. Affidò a me l'incarico di trattare con un interlocutore, la DC, che non era molto disponibile, presa com'era tra l'ostilità della Confindustria, per ragioni facilmente comprensibili, e l'ostilità della CISL, contraria alla regolamentazione con legge della materia del lavoro. I ministri democristiani che si succedettero al dicastero del lavoro nel corso di quella legislatura furono Bosco e Delle Fave, nessuno dei due entusiasta della proposta, e il direttore generale del ramo, il dott. Purpura, non riusciva a nascondere, dietro la sua abile mediazione, la contrarietà allo Statuto. Questo problema dello Statuto angustiava Nenni perché gli pareva - ed era - un punto qualificante del programma. E quando io andaIL GIURAMENTO DEL PRIMO CENTRO-SINISTRA IL LEVIATANO vo da lui a dirgli delle resistenze della controparte si arrabbiava e andava da Moro per protestare, premere, sollecitare su quello e sugli altri problemi di attuazione programmatica. Partiva in quarta e tornava deluso: Moro assicurava e ... rinviava. Un giorno venne il segretario del PSI, De Martino, a rappresentare a Nenni le difficoltà del partito per lo svuotamento del programma da parte della DC: il punto centrale era rappresentato dallo Statuto. Ero presente. Questo in sintesi il colloquio. De Martino: Dobbiamo varare lo statuto che è una rivendicazione molto sentita dai lavoratori e qualifica la nostra partecipazione al governo. Nenni: Lo so bene: ma non riusciamo a piegare la DC. Possiamo mettere in crisi il governo e la politica di centro-sinistra? De Martino: Ma se non otteniamo risultati significativi, il centro-sinistra non ha piu senso. Nenni: Una parte dello Statuto-sui licenziamenti - riusciremo a vararla. L'altra, sui diritti nelle aziende, no. Tu ti rendi conto del vuoto di potere che si apre nella vita politica se entra in crisi questa che è l'unica formula democratica possibile? De Martino: Una formula svuotata dei suoi contenuti più significativi. Nenni: lo sono pronto a fare la crisi se il partito, assumendosi tutte le r.:-sponsabilità,me lo chiede esplicitamente. E insisté su questa condizione. M<> De Martino non si spinse a tanto. né aveva tale mandato dalla Direzione. Riusciamo ad ottenere la legge sulla giusta causa nei licenziamenti, che era uno dei prov11
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