Il Leviatano - anno I - n. 4 - 27 novembre 1979

EDITORIALE In cambio dei sacrifici LE REAZIONI ALL'INTERNO DEL PARTITO comunista al recente articolo di Giorgio Amendola - che hanno avuto il loro culmine nella riunione del Comitato centrale - sono altrettanto. anzi. certamente. più istruttive dell'articolo stesso. Amendola. infatti. a dire la verità, non ha espresso concetti particolarmente nuovi e originali; la novità è consistita principalmente nel fatto che quelle considerazioni fossero fatte da un comunista: considerazioni che peraltro Amendola era andato sviluppando nel corso di questi ultimi anni. seppure mai con la chiarezza e soprattutto la carica polemica dell'articolo di «Rinascita» e dell'intervento al Comitato centrale. Anch-.: le repliche degli altri dirigenti comunisti. e soprattutto quella del segretario. non rappresentano una novità. almeno per il contenuto degli argomenti di Berlinguer. Natta e compagni; ma è un fatto nuovo che, per la prima volta. le tesi opposte non hanno potuto essere liquidate come quelle di un provocatore o di un reazionario. Sono finiti per il PCI i tempi delle scomuniche. almeno nei confronti di dirigenti del prestigio e della personalità di un Amendola; agli argomenti per la prima volta si è dovuto rispondere con argomenti, senza ricorrere a comodi anatemi. Il nocciolo delle argomentazioni di una parte e dell'altra può essere così ria~sunto: Amendola. dopo aver richiamato le responsabilità della sinistra politica e sindacale per la grave crisi che attraversa l'Italia. senza d'altronde aver escluso - come invece gli è stato rimproverato - altre responsabilità, ha affrontato la contraddizione di fondo della linea del Partito comunista (o della sua «applicazione»): per un verso, col «compromesso storico», il Partito comunista si è candidato a partecipare alla direzione politica del Paese, accettando il nostro «sistema» economico-politico e le alleanze internazionali: ma per un altro verso non rinuncia a una pratica politica la cui logica è comprensibile solo nella prospettiva della «fuoriuscita dal sistema». una prospettiva nella quale perde significato sia il problema delle compatibilità economiche. sia quello delle forme di lotta «extraparlamentari». «Non si può volere tutto ed il contrario di tutto!». esclama Amendola: la centralità del parlamento e un sindacato che sovrappone la propria volontà a quella del parlamento; «una corsa ali' estensione della scala mobile a tutte le categorie» e l'arresto del processo inflattivo. la politica di austerità e 2 l'appoggio a «tutte le rivendicazioni, anche le più contraddittorie» «in un gioco di crescente demagogia e di scavalcamento a sinistra». Scelga dunque il partito-conclude Amendola-qual è la sua linea. e la porti avanti con coerenza e coraggio. pagando i prezzi necessari. Ciò che risponde Berlinguer ad Amendola è esattamente che il PCI vuole tutto e il contrario di tutto. Berlinguer non nega infatti che la situazione sia più o meno nei termini drammatici in cui la descrive il suo interlocutore: ,,Non c·è dissenso in questo con il compagno Amendola». Il dissenso nasce a proposito dei rimedi proposti per uscire dalla crisi. Amendola dice: se accettiamo il sistema. i rimedi sono quelli coerenti con il ristabilimento dei meccanismi necessari a far funzionare il sistema stesso. Sono rimedi «oggettivi». indipendenti dalla partecipazione o meno dei comunisti al governo. Egli ritiene. naturalmente. che coi comunisti al governo e il conseguente rafforzamento dell'esecutivo sarebbe piu facile mettere in opera i rimedi necessa ri; ma anche se i comunisti sono costretti a restare fuori del governo, i rimedi restano gli stessi e non dirlo. non dire «la verità». significa seguire la politica del «tanto peggio. tanto meglio». Nessun socialismo- conclude invece Amendola -. quale che sia oggi il contenuto di questa parola. può essere costruito su un Paese in disfacimento. Berlinguer invece accetta e non accetta il sistema nello stesso tempo. Per un verso non nega che sia essenziale. per il risanamento dell'economia italiana. per esempio. contenere il costo del lavoro; ma per altro verso paventa che una linea coerente (come quella che avrebbe potuto uscire dai presupposti del convegno sindacale dell'Eur) alieni al partito il consenso di parte della classe operaia; da una parte non nega che il gonfiamento smisurato della spesa e del deficit pubblico sia tra le cause principali dell'inflazione. ma dall'altra parte ritiene irrinunciabili gli obiettivi di miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori e dei pensionati, anche in questa situazione di crisi. Se il PCI non facesse questo. dice Berlinguer «il minimo risultato sarebbe che nel giro di pochi giorni o di poche settimane avremmo contro di noi piazze. assemblee operaie. manifestazioni». L'esplicita conclusione del ragionamento di Berlinguer è che i sacrifici possano essere richiesti alle masse che seguono il Partito comu27 NOVEMBRE 1979

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