Il Leviatano - anno I - n. 3 - 20 novembre 1979

AMENDOLA ROSARIO ROMEO Trasocialismo e democrazia fondibile fisionomia nel panorama dell'Italia odierna. Da parte nostra, non crediamo che si possa trame motivo per sollecitare impensabili palinodie e tanto meno per' giustificare ammonimenti alla coerenza rivoluzionaria. La questione è piuttosto di individuare il contributo che questo tipo di riflessioni è in grado di recare alla maturazione politica della sinistra e dunque di tutta la democrazia italiana. MESCOLANZA DI STALINISMO E LIBEralismo, deviazionismo di destra, incapacità di portare a fondo la critica degli errori del PCI: la consueta girandola di accuse si è levata da ogni settore dello schieramento politico dopo il recente saggio di Giorgio Amendola sul «caso Fiat». E sono accuse non prive di verità, anche se si tratta di una verità quasi sempre distorta dalla polemica. Nell'esperienza intellettuale e politica di Amendola si realizza infatti il tentativo di recuperare l'unità ideale delle due linee, democratica e comunista, nelle quali si è storicamente suddivisa la sinistra italiana a partire dal 1921: e da questa convergenza essa deriva la sua inconAmendola rimprovera alla politica del sindacato di non aver saputo opporsi efficacemente alle gravissime deviazioni dalla tradizione democratica del movimento operaio italiano che si sono verificate nell'ultimo decennio, e denuncia con vigore le responsabilità che agli errori del sindacato spettano nello sviluppo del terrorismo e nelle distorsioni determinatesi a tutti i livelli nella vita economica e nei rapporti sociali; senza tacere la parte che in queste responsabilità va attribuita allo stesso PCI. È una denuncia della quale va apprezzato anzitutto il coraggio della verità impopolare, cosi raro sempre e cosi difficile soprattutto nell'ambiente comunista. Ma si ha l'impressione che in parte essa sia legata a una visione dello sviluppo storico del movimento operaio italiano in larga misura ancora apologetica e convenzionale. Scioperi nei servizi pubbli8 È tutto vero. Però... Federico Coen Le prediche di Amendola - a differenza di quelle di llerlln&uer - hanno U grande merito della slnceriti e della concretezza. I fatti che egU denuncia - rivendicazioni Incontrollate, abuso dello sciopero, difesa corporativa degU Interessi degli occupati, sotto• valutazione delle esigenze di produttività, tolleranza del teppismo In fabbrica, e cosi via - sono veri e configurano una corresponsabilità della sinistra politica e sindacale nell'ag&ravamento della crisi Italiana. Non è Invece accettabile Il tentativo che Amendola fa di prendere U movimento sindacale come unico capro espiatorio, Ignorando che ormai da parecchi anni Il sindacato si muove In un vuoto di potere, avendo come Interlocutori soveml privi di autoriti politica e di Indirizzi prosrammatlcl definiti e coerenti. Come si fa a frenare le spinte di base quando manca un quadro di riferimento prosrammatlco a cui commisurare le rinunce e I sacrifici che la situazione richiede? Né si può pretendere che questo quadro di riferimento sia unilateralmente definito dal sindacato. La veriti è che, a sinistra, le colpe del partiti sono assai maulori di quelle del sindacati: non solo per la mancanza di una vera cultura di sovemo, ma anche perché socialisti e comunisti per raslonl diverse (I primi per debolezza, I secondi per U rifiuto di rompere I legami con I «socialismi rttll»), non hanno saputo cmire un'alternativa al governi democristiani. Sta qui la ragione prima dell'lngovemablllti del Paese, che rende più difficile anche per I sindacati esercitare U loro ruolo In modo mponsablle. Solo Il suo lnsuarlblle patriottismo di partito può far pensare ad Amendola che si possa far accettare agli operai l'austeriti economica e la disciplina In fabbrica In nome del compromesso storico con la DC. Lucio Colletti f: ovvio che Amendola ha rasJone, cosi come è ovvio che aveva rastone Lama quando, anni fa, cercò di lmpri• mere alla politica del sindacato una svolta radicale. Una sinistra, che non voglia far saltare Il sistema democratico In Italia, non può squln ogl che questa politica: contenimento dell'ln• nazione, contenimento del disavanzo della spesa pubblica, contenimento del costo del lavoro, rlpma desii Investimenti, ecc. Senza una politica economica di questo tipo, U sistema democratico In Italia è destinato, In breve tempo, allo sfascio. Il fallimento della svolta di Lama e della politica dell'Eur, prima, ed ora U rifiuto opposto da alcuni dirigenti del PCI alle critiche di Amendola confermano solo che, nel gruppo dirigente comunista, esiste una divisione profonda tra chi vuol salvaguardare U sistema democratico e chi, di fatto, vuol farlo saltare. Incapace di una scelta coerente tra queste due linee opposte, Il centrismo di Berllnguer è destinato ad amministrare da anni la pura contraddizione. Da una parte, esso chiede l'austeriti. Dall'altra, e contemporaneamente, sostiene e prote111etutto Il rivendicazionismo ribelli• stico scatenato dal sindacati. Sotto questo profilo, UPCI riassume ed esprime l'Impotenza e Il velleitarismo di fondo di tutta la sinistra Italiana:Incapace di fare la rivoluzione e Incapace, al tempo stesso, di raddrizzare e far funzionare Il sistema. f: evidente che, al termine di questa strada, lastricata di vel• lelti e Incoerenze, la sinistra Italiana può trovare all'appuntamento solo una sua sconntta storica. 20 NOVEMBRE 1979 GJ

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