Il Leviatano - anno I - n. 3 - 20 novembre 1979

BLOCKNOTES A day on the rood ÀDESSO CHE DANIELE PIFANO, LEADER DEL collettivo di via dei Volsci, è stato trovato dai carabinieri con due missili, i commentatori, come al solito, si divideranno in due partiti fieramente contrapposti: gli ottimisti, che come re magi scrutano il cielo della cronaca in perenne attesa del segno che porta a Betlemme, i quali plaudiranno alla ritrovata efficienza delle forze dell'ordine; ed i pessimisti incalliti i quali invece non dimenticano di commisurare i successi agli insuccessi, che restano sempre in proporzione invariata. Insomma a sentire questi ultimi se qualcosa resta nelle maglie larghissime della giustizia, ciò sarebbe dovuto a quella percentuale di errore cui sono sottoposte tutte le azioni umane, comprese quelle del partito armato. Secondo questa logica i successi delleforze dell'ordine non sarebbero altro che la prova di un aumento delle attività sovversive. Libero ciascuno di credere alla improvvisa rinascita dei cosiddetti «servizi segreti», a noi tutto lascia credere che Pi/ano e compagni siano caduti nelle mani della giustizia per pura sfortuna. I reati di violenza politica denunciati a Roma sono in buona parte attribuibili ad «autonomia operaia», per cui si può dire che Pifano non è estraneo a buona parte dei casi di violenza politica, di matrice non neo-fascista, avvenuti a Roma negli ultimi sei anni. Pifano era il capo del/' Autonomia romana quando nel '77 essa gestiva i cortei di 30.000 studenti che finivano regolarmente con saccheggi di armerie ed «espropri proletari». E lo era anche un mese fa, quando in occasione dell'arrivo a Roma dell'amico Piperno dal per lui troppo breve esiliofrancese, cento «autonomi» terrorizzarono il quartiere S. Lorenzo con incendi di autobus, barricate e vandalismi vari. Soprattutto Pifano è il capo del «Collettivo del Policlinico», che non ha avuto 61 licenziati, ma non ha nulla da invidiare alla Fiat: basta entrare e leggere per chilometri le scritte con nomi e cognomi di medici e capisala che devono stare attenti allegambe od altro per rendersi conto del clima di intimidazione e violenza che vi si respira. Vero è che la Questura ha denunciato Pifano per partecipazione a banda armala, danneggiamenti e incendi, ma dagli innumerevoli procedimenti giudiziari nei quali è stato coinvolto è uscito sempre indenne. Tanto è vero che /'«unità trasporto missili» non era costituita da pericolosi latitanti, votati alla clandestinità, ma da liberi cittadini in possesso di passaporto. Per quale caso chi è sfuggito alla giustizia per tanti anni, commettendo reati tanto gravi quanto palesi, doveva scivolare poi sulla buccia di banana di un controllo notturno? Ma la sfortuna di Pifano non finisce qui: il guaio è che si è fatto arrestare ad Ortona, in provincia, e presumibilmente sarà processato da quelle parti; mentre se fosse stato processato a Roma gli sarebbe potuto capitare uno dei tanti giudici che finora lo hanno assolto, e allora chissà, visto che la magistratura romana ha sentenziato che il covo di via dei Volsci era un circolo culturale, avrebbe anche potuto credere che i missili erano stati trovati per strada, come è _stato 6 DANIELE PIFANO dichiarato. A noi piacerebbe che la sfortuna di Pifano arrivasseal punto che egli avesse veramente trovato la cassaper strada, perché, dati i precedenti, nessuno gli crederebbe. E sarebbe la prima volta che si vedrebbe applicata su questa terra la dantesca legge del contrappasso. Pochi, ma.ledetti e ma.i LA MATTINA DEL 31 OTTOBRE UNA GIOVAne insegnante si reca alla sede romana della Banca d'ltalia per riscuotere lo stipendio. Quando presenta il tesserino ferroviario, come documento di riconoscimento, l'impiegato rifiuta il pagamento: sul tesserino c'è scritto J. T.1. (incaricato a tempo indeterminato) invece che «insegnante di ruolo». A nulla valgono le proteste e la precisazione che, essendo lo stipendio tra quelli «meccanizzati», era ovvio che l'insegnante fosse di ruolo e che si trattava solo del mancato aggiornammento del tesserino (valido, tra l'altro, fino al 1982). L'insegnante non ha potuto riscuotere lo stipendio. Che cosa era successo? Forse l'impiegato era preoccupato del fatto che la titolare del tesserino non fosse l'avente diritto allo stipendio? Faremmo torto ali' intelligenza dell'impiegato e al suo senso comune se lo pensassimn. La spiegazione è più semplice: si trattava di un esempio di sciopero bianco, cioè de/l'applicazione alla lettera di regolamenti che di solito venivano ignorati. A questo punto si impongono tre considerazioni: a) Contro chi avviene l'agitazione? Chi paga le conseguenze dello sciopero bianco? La banca ovviamente no, in quanto trattiene per alcuni giorni somme che altrimenti andrebbero nelle tasche di cittadini. Chi subisce le conseguenze sono appartenenti ad una categoria, che non è tra le meglio pagate. b) In un periodo di crisi economica, quando cioè la torta costituita dal reddito nazionale è troppo piccola, 20 NOVEMBRE 1979

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