Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 6 - nov.-dic. 1953

to per l'Italia, questa collaborazione organizzata può portare invece ~on solo vantaggi economici e civili, ma morali ed anche politico-sociali. D'altra parte, se questo internazionalismo è ripudiato, perchè le Corporazioni sindacali fasciste tengono tanto ad essere rappresentate nelle Conferenze internazionali del lavoro di Ginevra?. E perchè il fascismo politico italiano tende ad uscire dalla « turris eburnea » del suo rigido e geloso nazionalismo per stringere << una intesa universale tra i diversi fascismi» non tanto per la maggior grandezza d'Italia, che non è certamente voluta dalle mire straniere, quanto per combattere i metodi democratici di governo? Dove va 1nai a finire la coerenza di questi « rinnovatori»? Ma veniamo a noi. Taluni amici temono che il carattere cristiano della nostra organizzazione non sia sempre nettamente affermato. Che talvolta nelle agitazioni economiche vi siano dei mimetismi socialistoidi. Che non si provvede convenientemente alla formazione morale dei lavoratori organizzati. Che dovrebbero esservi vincoli più stretti col1' Azione cattolica ufficiale. Qualche collega è perfino arrivato a pensare che il nostro movimento sindacale sia venuto meno al suo scopo di Biblioteca Gino Bianco « tutela e difesa dei lavoratori nel campo dei rapporti economici e sociali». Le nostre direttive A questo punto io sento che la risposta non può essere che una precisa riaffermazione delle direttive morali, sociali e tecniche, del movimento sindacale cristiano che in Italia si raccoglie intorno alla Confederazione Italiana dei lavoratori. Dalla pubblicazione della Enciclica Leoniana, all'opera sociale dei Congressi cattolici, dovunque in Italia sono sorte Leghe o Sindaca ti p~ofessionali per opera dei cattolici, mai si è nascosta la loro caratteristica cristiana, anzi confessionale, derivante dal fatto che furono inquadrate nell'Unione economico-sociale fra i cattolici italiani. Le funzioni della U.E.S. vennero a cessare quando SS. Benedetto XV volle che nell'.Unione popolare, nella Società della Gioventù Cattolica, e nell'Unione delle donne cattoliche, si riassumesse l'Azione cattolica italiana, e di proposito vi sottrasse invece l'azione elettorale e l'azione economica sociale, riconoscendo di fatto la loro autonomia riservata, per i sindacati professionali, alla Confederazione italiana dei lavoratori, pur affermando che lo studio e la elabora651

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