Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 6 - nov.-dic. 1953

mo il terreno sindacale per perderci in una critica politica, ma nessuno fra i sindaca- . listi veri vorrà negarci che - compiuto ·con imparzialità - questo è invece il nostro dovere se vogliamo essere i difensori onesti e leali delle classi lavoratrici, e quando ognuno ricordi che non in modo diverso, ed in quanto era giusto, ci comportammo coi governi precedenti anche se di essi facessero parte autorevoli nostri amici. Necessità della critica E nessuno può rimproverarci se, - dopo tentativi diversi e promesse riuscite vane - siamo costretti a protestare contro un'azione di Governo che instaura la vigilanza politica all_e sole associazioni dei lavoratori, e che ne minaccia la legittima esistenza con perquisizioni, chiusure ed inchieste che possono, per il minimo involontario errore, condurre anche allo scioglimento di esse; e se ancora lamentiamo di vedere ingiustamente limitata, intimorita e soppressa l'attività benefica delle organizzazioni sindacali bianche in parecchie zone e provincie del nostro Paese, senza alcuna seria e fondata giustificazione, e malgrado le apparenti assicurazibni del Governo di voler rispettata la libertà sindacale. 638 . Bibli .a Gino Bianco Coscienza ,indacale e co• scienza nazionale Ecco perchè noi guardiamo, con discreto scetticismo, alle fatiche dei 15 o dei 18 Soloni che devono « studiare i pro·· blcmi oggi presenti alla coscienza nazionale e attinenti ai rapporti fondamentali fra lo Stato e tutte le forze che esso deve contenere e garantire » e che si dicono particolarmente rivolti ai problemi ed alle organizzazioni sindacali. <\ Non ce ne affidano le pretese monopolistiche delle Corporazioni fasciste che vogliono che lo Stato provveda alla loro « inserzione nella funzionalità legislativa e tecnica che deve essere sovranità per tutti i cittadini pensosi della vera grandezza della Patria la quale non può consi - stere che in una attuata giustizia sociale e nazionale italiana\». Che cosa tutto ciò voglia dire è comprensibile e chiaro; ma noi sentiamo di protestare con sdegno contro "chi pretenderebbe di tacciare le nostre organizzazioni sindacali di scarso amore alle sorti della Patria, quando ad affermare l'italianità del sindacalismo cristiano stanno non solo le •:~ carte statutarie che stilammo quando il fascismo non era ancora nato, ma tutta l'attività del movimento professio- .

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