I quaìi eventuali termini di paragone. Nel maggio 1922 le organizzazioni cooperative e sindacali dipendenti dalla Federazione delle Cooperative della provincia di Ravenna, inquadravano 27 .199 soci. Otto milioni di lire erano effettivamente in cassa: versate da.gli operai associati, i quali in pro della Federazione avevano rinunciato a ritirare gli utili loro spettanti quali cooperatori. La Fe.derazione possedeva in proprio terre, immobili, derrate ed .utensili da lavoro in grande quantità: i soli mezzi di aratura meccanica, a vapore o ad ener,gia, attingevano la capaci.tà di arare cinquanta ettari di terreno al giorrz,o. Più di diecimila ettari di terreno, come abibianio già detto erano coltivati dalle Cooperative. ~ In poco più di dieci anni di lavoro le Cooperative agricole erano riuscite a mettere in valore tremila ettari di terreno improduttivo, ed altri duemila circa dovevano seguire la stessa sorte allorchè i fascisti presero possesso del potente organismo, nell'intento di valersene come di un serbatoio di ricchezza, di potenza e di voti; questi ultimi spillati con successive « elargizioni» di lavori, da farsi in prosecuzione di quelli in corso all'epoca dell'occupazione (nov. 192'2).' a.e. da << La Rivoluzione Liberale>> del novembre 1924. ·~ Un giudizio di Romolo Murri Il P~ P. I. e la giustizia sociale Né il P.P. potè almeno prendere una chiara e ferma posizione sul terreno della giustizia sociale: poichè esso non era un partito, omogeneo e animoso, ma un'accolta di uomini, tenuti insieme dal solo interesse elettorale, nel quale la partecipazione del clero era l'elemento di gran lunga più importante, e, quanto al programma, divisi da una varietà di opinioni e di tendenze che andava dai socialisteggianti ai più rigidi conservatori. ROMOLO MUBBI ( da « Democrazia Cristiana ») 610 Sibljoieca Gino Bianco
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