La Carta della mezzadria e la cooperazione La Carta della mezzadria ed i patti collettivi stipulati in questi ultimi anni, tengono presente questo problema della cooperazione, riconoscen - done la grande importanza nella nostra agricoltura. Unitamente al problema della istruzione, essa costituisce uno dei più forti correttivi alle deficenze e ai difetti riscontrati nell'istituto mezzadrile. Il processo di industrializzazione che viene a determinarsi nelle piccole imprese attraverso all'organizzazione cooperativa tiene conto dell'uomo, dei suoi istinti e delle sue aspirazioni e non sopprime la sua personalità. In una felice combinazione concilia l'individuale col collettivo, lascia il massimo di libertà al contadino nella sua terra e nella sua casa; ma poi, utilizzando i vantaggi che sono propri della grande e contemporaneamente delle piccole imprese, gli fornisce le materie prime e tutto quanto può occorrere alla sua terra ed alla sua casa, gli ritira i prodotti per essere venduti collettivamente alle migliori condizioni, o per essere lavorati in comune valorizzando e potenziando le sue energie. Questo processo deve ritenersi il più solido ed il più efficace, non solo ai fini della produzione e del progresso agrario della nazione, ma an596 Bibl Gino Bianco c~e ai fini del miglioramento .. economico, sociale e morale delle classi contadine. La mezzadria, nonchè prescindere, deve fa,re i conti colla situazione demografica del nostro paese, caratterizzata dalla deficenza di terra per tutti i suoi abitanti. Nella soluzione del problema della terra essa troverebbe la possibilità di espandersi, ma non per il fatto che sia, -come mo! ti pensano, la forma di produzione socialmente più . redditizia e più conveniente, ma perchè conduce alla costituzione del podere di quella data struttura e dimensioni che meglio si adattano alla capacità di lavoro della famiglia colonica. La costituzione del podere costituisce per la nostra agricoltura, il fatto decisivo che segna il trapasso alle forme intensive di sfruttamento del suolo. Un tempo avevamo nell'emigrazione la valvola di sicurezza che ci alleggeriva del supero di popolazione rurale. Guardata da un punto di vista umano, questa nostra emigrazione può essere ragione di conforto per noi itali ani. « Nel 1921 - scriveva Marce! Remond in un interessantissimo 1 studio sull'immigrazione italiana in Francia - la Guascogna moriva per mancanza di mano d'opera. I proprietari non trovavano più mezzadri, i mezzadri non trovavano più salariati agricoli e, se non
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