Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 6 - nov.-dic. 1953

massimo di capitali ed il massimo di lavoro.· In tutte le regioni a prevalente conduzione mezzadrile i cultori delle discipline agrarie, e gli stessi agricoltori più avveduti lamentano uno squilibrio, fra l'ampiezza del podere e la forza di lavoro della .famiglia che lo coltiva: « .t~essun dubbio - afferma il Bandi - che nell'agricoltura intensiva romagnola questo equilibrio non esiste più da circa trent'anni» « Le Marche scriveva il Rapetti -- progrediscono in modo meraviglioso nella produzione agraria, ma un ostacolo fvrn1idabile a questa marcia è dato ora - in misura assai più grave che per il passato - dalla necessità di dividere i poderi e di costruire case coloniche ». Il direttore della Cattedra di Agricoltura di Narni formula la stessa osservazione per l'Umbria, dove i poderi « sono troppo vasti in confronto àlla forza di lavoro delle famiglie coloniche che vi risiedono »; così il Dott. Mario Ferini per la provincia di Bologna, e molti altri. Da queste citazioni è facile desumere che se i poderi di 20-25 ettari andavano beue 40-50 anni or sono, quando i sistemi col turali erano r.aeno intensivi e la vecchia famiglia colonica raccoglieva intot'- no al desco famigliare fin 2030 persone; quei poderi dovrebbero essere dimezzati col2 B....,.vteca Gino Bianco l'attuale agricoltura più intensiva e colle attuali famiglie coloniche che ad ogni matrimonio si staccano dal vecchio ceppo paterno. Per un podere modello di 24 ettari · in comune di Cesena - è il Bandi già citato che scrive -- abbandonato da una famiglia colonica di 25 persone, delle quali 17 atte al lavoro, non si potè trovare una fa1niglia eguale per il numero dei componenti che potesse sostituir la. li problema della faml glia colonica Questo problema della famiglia colonica che occupa troppa terra ha sempre ·aumentato e tenuto viva la discordia fra braccianti e mezzadri, specialmente in Romagna; e tutti ricordano il dra1nmatico episodio delle macchine trebbiatrici, nell'anteguerra. Ognuna delle parti tende, nella mezzadria, ad ottenere dal proprio socio il massimo .di apporto: cosi mentre il proprietario tende ad ottenere il niassimo di lavoro dal mezzadro, questi a sua volta tende ad impiegare il massimo capitale del proprietario. I progressi che si sono verificati nell'agricoltura in questi ultimi cinquant'anni hanno favorito il contadino. « Pur non conoscendo la legge dei red-. 571.

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