quota di conguaglio nella misura del massimo, quando invece questo massimo doveva applicarsi soltanto eccezionalmente e nei poderi di grande fertilità. La proposta dell'Accademia del georgofili Di fronte a tale difficoltà, l'Accademia dei Georgofili, che in questi ultimi anni ha studiato il problema della mezzadria in tutti suoi aspetti - storico, politico, sociale, economico - suggeriva una transazione per raggiungere un compenso medio che, coi suoi elementi monetari e in natura, corrispondesse ai principi della Dichiarazione della Carta del Lavoro. Poichè i medesimi patti venivano a retribuire in modo diverso la stessa quantità e qualità di lavoro, non si poteva realizzare l'equo compenso mettendo infatti questi patti in tutti i luoghi e in tutti i tempi. Essa proponeva: a) che le rappresentanze sindacali concordassero periodicamente il contratto di mezzadria per una determinata circoscrizione a tenore di vita omogeneo e con riferimento ad un podere « tipo » di medio rendimento; b) che proprietario e colono, nei poderi che divergevano notevolmente, per condizioni obiettive, dal medio rendimento, determinasseBi572 ~caGino Bianco ro consensualmente - o altrimenti in base a regolare giudizio tecnico - quelle modificazioni a favore del colono o del proprietario, intese a proporzionare il compenso annuo medio del lavoro colonico. La proposta, in pratica, era destinata a quasi certo insuccesso, perchè troppi poderi si sarebbero trovati a divergere dal podere tipo ai quali la rela tiva contrattazione avrebbe •dovuto lasciarsi alle parti; e poichè l'esperienza aveva già dimostrato che troppi proprietari esageravano nell'applicazione della quota di conguaglio a loro :favore, le organizzazioni parmensi tagliavano d'un colpo il nodo gordiano sopprimendo la quota di conguaglio, tanto nel senso attivo quanto nel senso passivo, per i datori di lavoro e pei mezzadri, a incominciare dall'll novembre 1933 in cui si iniziava l'annata agraria in corso. I danni della soppressione del la "quota,, di conguaglio E' evidente però c~e questa soppresione colpisce soltanto i locatori e, quel che è peggio, i poderi più fertili e meglio dotati di capitali. In un momento in cui la mezzadria accenna a perdere terreno, questa riforma rischia di provocare non lievi ripercussioni.
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