Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 6 - nov.-dic. 1953

crisi del movimento operaio italiano, i rapporti fra le Direzioni aziendali ed i lavoratori dipendenti sono, sul piano pressochè generale, gettati purtroppo sul terreno della forza, deU'urto e siccome più deboli devono spesso soccombere alla maggior resistenza dei datori di lavoro, · quando non s'incaglino in sistemi di pa.ternalismo che vincola i lavoratori à situazioni d'inferiorità morale e sindacale. Questo aspetto non ha bisogno di eccessive iUustrazioni e di superflui commenti per essere chiarito, e fa parte del quadro generale dei rapporti odierni fra datori di lavoro e lavoratori, direi fra i detentori dei mezzi di produzione ed il movimento operaio. Non è su questo terreno più ampio che intendo inoltrarmi, ma rimanere in quello più limitato, se segna i confini de.lle « zone sindacali aziendali». Voglio restare in campo aziendale, ove dovrebbe inoltrarsi, con lo studio e la presenza diretta e personale, ogni appassionato di questioni sociali, ogni sindacalista serio e prepa.rato. E' questo, della « zona sindacale aziendale » un campo pieno di difficoltà per i lavoratori, mosso da lotte continue, esposto più che ogni altro, forse, alle dure scosse della nostra vita sociale, che qui trovano il loro momento di massima tensione. 670 BiL a Gino Bianco .. Di fronte a questa situazione, che ha trovato le sue documentazioni e le sue ampie illustrazioni nel corso delle nostre polemiche sociali e sindacali, non può fare nulla il Parlamento? Non intendo portare su un piano drammatico e con termini concitati o rettorici una questione che è profondamente sentita e sofferta da centinaia di migliaia di lavoratori e, forse, purtroppo scarsamente valutata da troppi elementi della classe dirigente politica del Paese. Intendo però francamente sottolineare l'importanza che essa racchiude sia ai fini di un maggiore equilibrio dei rapporti sociali aziendali, sia ai fini della ripresa di un vero sviluppo del movimento operaio italiano. E non pare poco. Perciò sottolineo la necessità di un intervento giuridico in materia. Per me il problema dei rapporti sindacali aziendali, delle Commissioni Interne, non è racchiuso in un reparto stagno: esso interferisce, e profondamente, nelle questioni sindacali generali, in tutta la problematica complessa, propria al movimento operaio. Il problema delle Commissioni Interne, che è problema di riconoscimento giuridico e · di tutela, da un lato, e dall'altro di « qualificazione sindacale » degli attivisti del movimento operaio, non può veni-

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