Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 6 - nov.-dic. 1953

deUe indennità di licenziamento, deUe ferie e deUa conservazione del posto in caso di 1naiattia. IL malumore dei lavoratori . assunti con contratto a termine è in rapporto principalmente al fatto che essi si trovano in stato di soggezione nei confronti del proprio datore di lavoro, stato che impedi.sce loro di far valere i propri diritti, · in quanto· temono che eventùali controversie possano essere causa ·del mancato rinnovamento del contratt~ alla sua scadenza e possano precludere loro la possibilità di essere assunti definitivamente. La citata condizione di inferiorità è anche causa di contrasti nei confronti dei loro comr>agni di lavoro, specialmente nei cas.i di aaitazione e scioperi. In relazione a quanto sopra esnn~to ~i renderebbe necessario adottare le seguenti misure: 1) Le assunzioni a tempo -determinato dovrebbero essere consentite soltanto: · a) per le aziende le cui caratteristiche comportano normalmente nei vari periodi dell'anno forti variazioni del ritmo di attività; b) per tutte le aziende, limitatamente però alle esigenze di lavori di breve durata che non rientrano nel ciclo normale della loro attività (esecuzioni di lavori straordinari di rir>arazione e miglioramento dei piazzali, dei locali di lavoro e degli impianti) ed esecuzione di lavorazioni di carattere eccezionale e diverse da quelle per le quali la Ditta è organizzata. 2) I contratti di assunzione a termine dovrebbero avere una durata non superiore ai tre mesi e non essere rinnovabili. 3) Le modalità, contenute nei contratti che vengono fatti sottoscrivere dai singoli lavoro,tori dovrebbero essere sta.- bilite con l'intervento delle organizzazioni sindacali locali, dei datori di lavoro e degli operai. GIUSEPPE CARPO dell'Ispettorato del Lavoro « n fondo del socialismo riformista è pur sempre la vecchia concezione materialistica dell'uomo, della vita, della storia, peggiorata anzi. dai contatti collo spirito scettico ed epicureo della borgh~ia incredula; onde esso è forse più profondamente anticristiano che non sia lo spirito rivoluzionario intransigente ». (cla un discorso cli Filippo Meda) 658 Biblioteca Gino Bianco

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