Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 5 - set.-ott. 1953

costosissimi impianti tecnici in vista di una più razionale e perciò più redditizia coltura del bestiame, non capita quasi mai di trovare case appena decenti per i nostri contadini. Ciò denuncia sufficientemente la totale mancanza di coscienza sociale e direi quasi di coscienza umana in gente che, disponendo di mezzi, si ricorda solo di quei miglioramenti che possono tornare a vantaggio economico proprio. Il salario e la casa sono i due problemi più scottanti ed urgenti. Il continuo salire del costo della vita cost·ringe anche i lavoratori della terra a chiedere aumenti di salario che, se possono preoccupare gli agricoltori in considerazione dei magri risultati conseguit'i quest'anno in dipendenza di avverse condizioni climateriche o della guerra, devono però essere messi in relazione col costo della vita il quale costituisce per il proletario una preoccupazione ben più grave. Aggiungasi che ttagricoltore dovrebbe ricordarsi gli anni passati nei quali, mentre egli ha avuto possibilitd di accumulare mezzi e realmente lo ha fatto, il contadino ha dovuto continuare la sua vita grama di stenti e di privazioni. Nell'antica legge Mosaica vigeva l'anno sabbatico, nel quale saggia1nente si procedeva ad una specie di ade6 5i4-~ca Gino Bianco guamenti e di compensazione per chi era stato sacrificato neUo svolgimento delle ferree vicente economiche. Si voglia considerare il periodo presente come un anno sabbatico, nel quale bisogna rendere ·un poco i conti a chi ha dovuto subire in siienzio, senza possibilità di chiedere più di ciò che veniva stabilito daU'alto. Ma c'è un'altra aspetto e ben più grave della situazione: la disoccupazione. Tornano i nostri giovani (partigiani, prigionieri, internati). Vengono ad aggiungersi molte braccia, forse destinate a restare per molto te•,npo inattive, poichè alle enormi necessità di lavoro non corrispondono per ora le possibitità materiali di attuazione. Non so come si presenterà il f eno1neno della disoccupazione agricola quest'inverno. Co1nunque io ritengo necessità perentoria che, almeno tutti coloro i quali sono a capo oppure sono l'unico sostegno di una fa..i miglia, debbano essere in qualche modo siste1nati; anche se ciò comportasse un carico esuberante per l'agricoltore. Si vedrà se nu.ii di far~ intervenire nell'onere anche il proprietario. Infatti, in tempi di gravi calamità, ogni risorsa dev' essere messa a disposizione di tutti in modo che nessuno abbia a restare sprovvisto dEl viinimo necessario.

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