mente - e forse con maggior rigore - hanno motivo di condanna per le m.z,lte persistenti gravi ingiustizie sociali e per il prolungarsi nel tempo di forme sociali su11erate. Non è la primu volta che capita nella storia di soppiantare i sistemi esist.enti per lnstaurarne dei nuovi. E nello studio attento di tali fenorneni noi troveremo una legge di progresso che ci conforta nella speranza di trovare nel nuovo qualcosa di più vicino alla giustizia o di meno lontano, in confronto del vecchio abbandonato. Il lavoro ha con&sciuto la schiavitù, il sistema più crudele e più inumano che si possa concepire. Col cristianesimo, mediante una rivoluzione che forse non ha l'eguale per intensità di energia intrinseca accompagnata ad estrema purezza di mezzi, la schiavitù - che aveva regnato sovrana per tutti i tempi antichi ed era ritenuta economicamente insostituibile - è finalmente colpita a morte. Così avviene alcuni secoli più tardi del sistema feudale: quando i tempi sono maturi, esso deve cedere e si' affermano in sua vece capitalisnto e salariato. •' Ora sembra che sia la volta di questi ultimi. Grandi mutamenti nell'ordine sociale e giuridico si presentano come storicamente necessari. E se noi Bi ?32- a Gino Bianco penetriamo il mondo dei valori storici in mezzo ai quali viviam.o, appare evidente che il lavoro ha oggi una indiscussa, preminenza su tutti gli altri. Noi sentiamo come un'esigenza sempre più energica che iL lavoro sia un diritto ed un obbligo per l'uomo, che a ciascuno sia assicurata una remunerazione adeguata ed in rapporto al suo lavoro. Ma abbiamo anche un'altra esperienza: che il lavoratore stesso deve conquistarsi e difendere con la sua presenza, non solo negli organismi politici ma anche nei supremi consessi che presidiano gli organismi econo·inici, deve difendere quella che noi sentiamo essere la nuova posizione storica alla quale deve accedere il lavoratore. E sentiamo pure _che si tratta di un problema di dignità umana, aUa soluzione del quale nessuno - ma tanto 1neno dei cristiani - potrebbero rinunciare. Ci troviamo quindi in un momento alta·mente rivoluzionario, che H1UITZINGA -ha paragonato all' e'J)Oca di passaggio dal paganesimo al cristianesimo. Non meravtgliatevi se vi dico che dobbiamo volere che sia vera rivoluzione e non vana ed inconcludente agitazione. Rivoluzione e cioè azione in profondità. che investa le struttuire esistenti, onde ne escano con volto mutato.
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