Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 5 - set.-ott. 1953

duplice vantaggio di particolari agevolazioni concesse al1' esportazione dai rispettivi governi e della •politica italiana di a1npia liberalizza·- zione. Però vi sono molteplici cause caratteristiche, di fondo, del persistente sfavorevole anda1nento della bilancia commerciale. In primo luogo non dobbiamo dimenticarci che il disa - vanzo della nostra bilancia commerciale non è momentaneo, ma ha piuttosto carattere strutturale: mentre le nostr~ ilnportazioni sono com- ' poste di merci di carattere essenziaìe e a domanda prevalentemente rigida, le nostre esportazioni sono alimentate da settori merceologici piuttosto pericolosi. Si tratta in gran parte di beni non essenziali e a domanda elastica (ortofrutticoli, v1n1, prodotti dell'abbigliamento, ecc.) o di beni di constnno per i quali vi è una tendenza a svil uppare una produzione locale (specialmente tessili). L'esportazione dei nostri prodotti ortofrutticoli nell'occidente europeo è soggetta ad improvvise fluttuazioni, trattandosi delle prime merci che vengono sacrificate quando, per le difficoltà delle bilancie com1nerciali dei Paesi importatori oppure per altri motivi, debbono essere decu1'tati gli acquisti all'estero di merBiblioteca Gino Bianco ci considerate non essenziali. La industrializzazione dei Paesi cosidetti insufficientemente sviluppa.ti dell'America Latina, dell' .'.i. sia Meridionale, del l\1edio Oriente - industrializzazione che di solito ha inizio dalle industrie tessili - rende più difficile la nostra esrortnzione di prodotti tessiii sopratutto per quanto riguarda i settori cotoniero e delle fibre artificiali. Scarsa capacità concorren-- ziale · D'altra parte- i nostri prodotti, sia agricoli, sia sopratutto industriali, hanno una ben scarsa capacità concorrenziale. A causa degli elevati costi, nonostante il livello salariale relativamente basso, l'industria italiana sembra esportare bene solo nei periodi di emergenza, come nell'imn1ediato dopoguerra o nel periodo del conflitto coreano. Tuttavia, anche se il quadro non è roseo, purchè noi sappiamo trarre le logiche conseguenze dai vari fenomeni ora ricordati, tenendo sopratutto conto che il processo di industrializzazione di nun1erosissimi Paesi del mondo è appena ai primi inizi, prospetti ve non del tutto grigie esi - stono r.1er la nostra industria, 527

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