Dobbiamo vendere Gli scambi eon I' EsteJ-o Sull'andan1ento della produzione rndustrjale è destinato ad avere costante ripercussione l'andamento degli scambi con l'estero, per quanto ri, guarda sia l'approvvigionamento delle materie prime, dei semilavorati e delle attrezzature necessarie, perchè l'attività produttiva possa svolgersi e svilupparsi senza rallenta1nenti e senza soste nella massima misura possibile, sia sopratutto il collocamento su scala sempre più vasta dei prodotti dell'industria italiana sui mercati esteri. Nel 1952 ia nostra bilancia commerciale presenta ben 531 miliardi di disavanzo e il deficit nel 1953 sta assumendo proporzioni anche maggiori. Negli ultimi due anni l'andamento produttivo è di conseguenza risultato più favorevo1e o sfavorevole a seconda delle possibilità presentate dall'esportazione, la cui caduBl .bl'1 !' 26 G' s· ,no ,anco ta ha colpito direttamente e particolarmente quelle industrie che di solito collocano all'estero una parte notevole della propria produzione. I-J'onostante gli sforzi encomiabili co1npiuti e le notevoli mete raggiunte, anche nelle aree più difficili, come quella del dollaro, il nostro commercio estero si trova di fronte ad una crisi, che, purtroppo, per vari motivi, può non essere di carattere passeggero. Scontiamo ancora indubbiamente le conseguenze delle distorsioni che hanno colpito le nostre correnti di traffico negli ultimi decenni. Alcuni Paesi tradizionali importatori di merce italiana presentano diminuite capacità di acquisto ed hanno adottato misure restrittive. La stessa flessione della domanda internazionale ha portato ad un ravvivarsi della concorrenza delle produzioni degli altri paesi, le quali hanno potuto godere il
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