Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 5 - set.-ott. 1953

de novità. E' un fenomeno che abbiamo visto e vediamo in altre organizzazioni. ~1a l'attacco frontale di I{ermit Eby prosegue, si fa più preciso e analitico. Dice: << Nel1' A.F.L. e nel C.1.0. i grandj nomi sono sempre gli stessi . . . Questi dirigenti sono mantenuti al potere dalla burocrazia in cui risiede la loro forza. E' nell'interesse di ogni dirigente locale conservare la struttura organizzativa così com'è. Se infatti avvengono cambiamenti nella struttura gerarchica ogni dirigente locale ne risente, e poichè dirigenti grossi e piccoli sono padroni assoluti nel loro ambito, gli uni proteggono il regno degli altri. In questo regno la virtù s.ulla quale maggiormente si insiste è la lealtà, lealtà di chi sta sotto verso chi sta sopra e viceversa ». E' probabilmente la critica più adeguata contro certi aspetti di burocratizzazione e di feudalesimo organizzativo che sia partita da un pubblicista americano di sinistra. Non si arresta ad un puro verbalismo, più o 1neno compiaciuto. Non ignora le difficoltà reali, poste dalla democratizzazione dei sindacati. Si rende conto che, nella pratica, è difficile distinguere fra il lavoratore con Reuther e il lavoratore pe1· R euther. E~ chiaro che fra i 512 Bi ,.n,aGino Bianco metodi di MacArthur e quelli di John L. Lewis non v'è salto qualitativo, ma non altrettanto chiaro riesce distinguere fra la lealtà a un 'idea e la lealtà ad una persona, che ne sia l'esponente e, per il maggior pubblico, l'incarnazione. Se tuttavia così stan-- no le cose, se cioè << la struttura organizzativa tenuta stretta insieme dai suoi interessi e dalle sue lealtà ha una aspirazione dominante, ossia la propria perpetuazione», bisogna concludere insieme con Eby che, per quanto riguarda la scelta dei dirigenti, fra sindacati sovietici e sindacati americani non vi è una differenza sostanziale. In ambedue i casi l'opposizione è inesistente. Ai dirigenti sindacali si può concedere il beneficio di una attenuante: l'apatia della base. La responsabilità per le sorti della democrazia interna dei sindacati americani ricade in parti pressochè uguali sulle spalle dei dirigenti e dei semplici iscritti. Anche in questo caso è forse vero che gli operai hanno i rappresentanti e i dirigenti che si meritano. Mentalitàdell'operaio americano L'operaio americano è un fenomeno di sconcertante complessità. E il sindacalismo americano è fatto per

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