Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 5 - set.-ott. 1953

elusione dei contratti di lavoro senza preoccuparsi di riceverne mandato, cosi da mettere le masse in presenza del fatto compiuto e dar loro l'impressione che non disponessero di alcun altro mezzo per difendere i loro interessi. Al tempo stesso continuarono gli sforzi per farsi riconoscere dalla Confederazione generale dell'industria in qualità di unici rappresentanti dei lavoratori. Dopo varil negoziati, finirono per aver causa vinta, grazie all'appoggio del potere politico: il Gran Consiglio fascista, sotto la pre~- denza dell'on Mussolini, votò un ordine del giorno (novembre 1923) con cui, riconoscendo che la maggior parte delle forze industriali del paese fa capo alla Confederazione generale dell'industria, dichiarava non voler in alcun modo provocare scissioni né compromettere la azione efficace di questo organismo nel campo tecnico e nel campo morale, ma esigeva che la Confederazione stessa tei1t:.s• se presenti queste considerazioni nei suoi rapporti coi sinducati fascisti. L'appello fu in➔ ,~s'l, e il 19 dicembre la Confederal zione generale dell'industria e le corporazioni pervenivano a concludere il patto che segue: Gli industriali vengono a ,patti « La Giunta Esecutiva della Confederazione Generale della Industria Italiana; preso atto delle deliberazioni del Gran Consiglio Fascista, è lieta di constatare che il Partito, cui è guida il Capo del Goiblioteca Gino Bianco vemo, abbia nuovamente proclamata la necessità per la Nazione della funzione sociale ed economica della classe indu- .striale, e abbia riconosciuto come tale funzione possa estrinsecarsi pienamente solo attraverso ad una organizzazione tecnica ed efficiente come la Confederazione dell'Industria; si pone a disposizione di S.E. il Presidente del Consiglio per una riunione diretta a stabilire le forme concrete sulle quali possa basarsi nell'interesse superiore del Paese e seguendo le direttive del Governo Nazionale, l'intesa per una fattiva po.: litica economica in collaborazione colle classi lavoratrici; dà mandato alla Presidenza di prendere tutti gli opportuni accordi a tale riguardo; ed intanto rammenta agli industriali organizzati e non or- . ganizzati, che quando maggiormente è riconosciuta l'utilità della loro funzione civile ed economica, tanto maggiore è il loro dovere di compiere integralmente e completamente, al fine della maggiore produzione e del maggior benessere del Paese, che ricadrà anche a beneficio delle classi operaie; e che la Confederazione dell'Industria intende non solo di rafforzare ed accrescere sempre più la sua · compagine interna~ ma anche di chiedere una empre maggiore disciplina da parte degli organizzati, perchè possano essere· espletate pienamente le sue funzioni di rappresentanza dirigente e responsabile della classe industriale». Questa cordiale alleanza preludeva a un accordo di ben maggior portata, che- fu conclu499 \

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