la denominazione assunta in origine - si moltiplicarono con grande rapidità e si riunirono nella Confederazione delle corporazioni fasciste. A mano a mano che il movimento guadagnava in influenza e in vastità, i capi del sindacalismo fascista si sforzavano opporre àl programma degli antichi sindacati liberi i loro proprii principi e metodi di azione. Ma solo al Congresso del 5 ottobre 1924 questi princìpi furono stabiliti definitivamente nella mozione che riportiamo, e della quale i due primi paragrafi sono diventati il testo dell'art. 5 dello statuto della Confederazione dei sindacati fascisti oggi in vigore: Lo statuto della Confederazlone fascista « La Confederazione, constatando che l'ordinamento della Società sulla base corporativa va sviluppandosi in rappresentanza degl'interessi di tutte le categorie professionali e di tutte le classi e tende a stabilire fra esse una rete di rapporti economici e giuridici atti a determinare e a definire la rispettiva funzione sociale, afferma che il sindacalismo è il fatto istituzionale costitutivo di tutte le categorie produttive e, come tale, s'identifica con le necessità e col processo della produzione e s'inserisce nella Nazione, sintesi suprema di tutti i valori materiali e spirituali della stirpe. La Confederazione afferma che il dovere e l'interesse comune a tutte le categorie e le classi consiste nel lavoro e nelBib 4.96 Gino Bianco la produzione in~ensa e progressiva, proporzionati ai crescenti bisogni nazionali e nella lotta contro il parassitismo, lo sperpero della ricchezza e la sperequazione dei consumi; perciò il sindacalismo fascista esprime le esigenze di una Società in cui i problemi della produzione e della cultura tengono il primo posto, sottoponendo tutte le forze produttive organizzate alle direttive della scienza e della tecnica nell'ambito dello Stato. La Confederazione ammette tutte le forme e i sistemi di produzione e di lavoro, purchè rappresentino il risultato di capacità tecniche, amministrative e di previdenza indispensabili al buon esito delle aziende e siano posti sul terreno della leale concorrenza, senza intromissione e senza ingerenze illecite da parte degli organismi statali. La Confederazione afferma che le classi sono necessarie, in quanto ognuna di esse corris,ponde a una funzione inerente alla divisione gerarchica del compito comune, divisione del lavoro indispensabile allo ordinamento del lavoro e della produzione. Perciò la legge dinamica della storia sociale non consiste tanto in una lotta irriducibile fra le classi, che condurebbe a negare la funzione propria della società e a seminarvi la confusione, quanto nella lotta delle capacità, vale a dire nella lotta dei gruppi delle categorie professionali che hanno acquistato la capacità di compiere funzioni di direzione, contro i gruppi delle categorie che si avviano a perdere le capacità
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