Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 5 - set.-ott. 1953

te associazioni nei modi sovraindicati e deferirà immediatamente i soci all'Autorità giudiziaria; 3) le associazioni disciolte a termini dell'articolo precedente non potranno ricostituirsi neppure sotto altro :1ome; 4) il patrimonio delle associazioni disciolte, sarà per cura del pubblico ministero addetto al Tribunale, liquidato e versato nella Cassa Depositi e Prestiti a nome dell'associazione disciolta. L'Autorità giudiziaria con la sentenza di condanna e nel caso che per qualsiasi motivo non giunga a termine il procedimento, con ordinanza emessa in Camera di Consiglio destinerà il patrimonio delle associazioni disciolte agli scopi di beneficenza previsti dal loro statuto, ed in mancanza di disposizioni espresse, a favore delle Congregazioni di carità; 5) le contravvenzioni agli articoli 1 e 3 saranno punite, qualora il fatto non costituisca reato più grave, coll'ammenda fino a lire cinquecento o coll'arresto fino a tre mesi. La relazione ministeriale che precedeva il disegno di legge cosi giustificava queste disposizioni. Essa, ricordato il carattere liberale della nostra legislazione, soggiungeva: « A questo principio (dell'abbandono dell'autorizzazione preventiva) il Governo non ha creduto di venire meno anche oggi in cui, più che in altri tempi, si è resa manifesta la necessità di regolare mediante legge il diritto di associazioi!C. Biblioteca Gino Bianco il quale in mancanza di dispo, sizioni che disciplinino in mod~ preciso lo scioglimento delle as, sociazioni contrarie alle leggii cade nell'abuso ed è abbondonato all'arbitrio. Esso perciò si propone di aggiungere alla legge di pubblica sicurezza opportune disposizioni informate al criterio del limite repressivo, perchè l'autorizzazione preventiva non è un limite ma la negazione della libertà, e le denunzie preventive che si volessero richiedere nel mentre possono essere facilmente eluse, creerebbero inopportunamente un cumulo di reati contravvenzionali, che anzichè servire al mantenimento dell'ordine pubblico concorrereb- · bero a turbarlo con continui reclami e proteste contro le azioni delle pubbliche autorità. Tali propo~te sollevarono una ardente opposizione. La estrema sinistra socialista e radicale organizzò sistematicamente lo ostruzionismo. I democratici, capitanati dagli onorevoli Giolitti e Zanardelli, si schierarono anch'essi contro. Per vincere le resistenze l'on. Pelloux promulgò i provvedimenti a mezzo di decreto-legge; ma esso fu dichiarato incostituzionale dalla Corte dei Conti e la Corte di Cassazione gli negò ogni valore giuridico. TI Governo, impotente a trionfare dell'opposizione, fece appello al paese. I risultati furono tali che poco di poi il Governo fu costretto a dare le dimissioni: un anno più tardi il Ministero Saracco fu rovesciato dalla Camera dei deputati dopo aver disciolto la Camera del lavoro di Genova. 485

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