Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 5 - set.-ott. 1953

dai classici dell'economia si possono sta bi 1 ire diverse enunciazioni le quali sono fondamentali per compren - dere il meccanismo della vita economica e le sue leggi. La prima enunciazione fondamentale è che attraverso lo scambio in un mercato ideale in cui si realizzi la perfetta libera concorrenza si deve ~rrivare alla coincidenza del prezzo di vendita dei prodotti con il costo marginale di produzione (comprensivo degli utili marginali) ed alla coincidenza a questo prezzo tra la quantità prodotta e le rich~este dei consumatori. Anche l'oro monetato soggiace alla stessa legge ed essendo un bene producibile come tutti gli altri si dovrebbe produrre tanto oro da monetizzarsi in rapporto alla richiesta, ed il suo valore coinciderà con il suo costo di ,produzione, e la quantità prodotta ed in circola~one coin!Ciderà con la richiesta. Normalmente il costo della produzione dell'oro dovrebbe essere sufficientemente costante, per cui il valore della moneta· sarà stabile ed il prezzo dei beni dovrà variare solo in funzione del loro valore e non in funzione di variazioni del valore della n1oneta. Lo Stato nel mondo economico classico ha solo la funzione di coniare la moneta dandole un valore garantito e Biblioteca Gino Bianco di tassare i cittadini per pa - gare le spese collettive. Ed in questo senso i disavanzi del bilancio sono da ritenersi negativi perchè devono essere coperti con d(::biti pubblici che gravano in futuro sulla collettività. Ed ecco quindi l'ideale del buon statista come amministratore di arrivare al pareggio e meglio anzi all'attivo per poter garantire un miglior futuro alla collettività, sia per migliorare le spese, sia per diminuire le tasse. In conclusione lo Stato non regolerebbe affatto la quantità di moneta aurea, perchè la produzione d'oro si amplia o si restringe automaticamente a seconda le richieste, per cui il potere di acquisto ed il risparmio si possono naturaln1ente espandere attraverso un aumento automatico dello oro prodotto e monetato. E ciò senza che si modifichi affatto il valore della moneta in I quanto questa aumenterebbe di quantità in rapporto alle esigenze della collettività. Potendo l'oro essere liberamente prodotto, il potere di acquisto dei compratori sarebbe sempre adeguato alle 1nerc'i prodotte, essendo la n1oneta circolante aumentabile in quantità proporzionale alle necessità,· cosiochè le crisi di superproduzione non potrebbero esistere in senso generale, ma potrebbero solo in457

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