monito del Santo Padre: « Non ci stanchiamo di raccomandare una diffusione progressi va della proprietà privata ~ delle inedie e piccole imprese». E quello di Luigi Einaudi, a proposito del << mito_ del colossale », contro la tendenza, cioè, a creare imprese mastodontiehe, che alterano e svisano le leggi naturali del lavoro, sopprimono rindividuo e disperdono l'interesse diretto. I corretllvl necessari Anche nell'agricoltura esiste il pericolo che nel lavoro associativo, pur necessario alla produzione meccanizzata, si disperda l'interesse e l'iniziativa tradizionale del contadino: ed è appunto il necessario correttivo che mi sembra trovato nel giusto mezzo fra il lavoro personale e quello associato; fra il podere familiare e la produzione intensiva; fra l'individualismo e l'adeguamento alla civiltà meccanizzata. Si può quindi presumere che l'associazione negli impianti centralizzati non sa-· crifica la personalità del lavoratore, non lo annienta nella massa amorfa, non spezza la unità familiare, non intacca il principio della libertà individuale, co1ne avviene ad esempio nella forma mortificante, prettamente colE 432 ca Gino Bianco , lettivistica, all'uopo adotlala, del kolkoz. In sostanza, la associazione qui prevista non sopprime l'individuo, ma serve ad integrarne il guadagno, giovandosi dei mezzi portati dal progresso senza ledere 1a personalità umana. Infatti, il contadino mantiene la propria indipendenza, trova il proprio interesse. a svolgere il suo lavoro personale e diretto nel podere, sia di sua proprietà come a mezzadria od in compartecipazione, per cui egli può associarsi al proprietario o agli altri contadini nel lavoro svolto nella organizzazione centrale, pa-- gato per le prestazioni giornaliere e cointeressato nella compartecipazione ai prodotti, dividendo l'utile emergente a fine della gestione annuale. La sua indipendenza e respo;nsabilità non vanno in tal modo sacrificate ·alla produzione: ma neppure questa, di cui vi è tanto bisogno, viene sacrificata per riguardo alla indipendenza del contadino. L'occupazione nell'industria agricola complementare durante la morta stagione darà infine alla f a1niglia proprio quel benesser-e che il piccolo podere, solo a se stante, non le potrebbe mai dare. L'agricoltura è la vera fonte della vita. Vogliamo qui ricordare
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