ratore a produrre di meno e consumare di più, cioè in definiti va a creare il bracciantato-cavalletta, che assalta e danneggia la produzione agricola. In altri termini, mentre si tende ad elevare il reddito dell'operaio agricolo a quello dell'operaio dell'industria, si riduce o quanto meno non si eleva adeguatamente il reddito dell'agricoltura, creando una realtà opposta a quella a cui si tende. Già oggi siamo di fronte a salari insufficienti o non adeguati alla vita della famiglia agricola e nel contempo troppo elevati per le esigenze agricole della grande azienda. Quindi il lavoro agricolo, come elemento staccato dal capitale e impresa, si prospetta sotto un profilo antieconomico nel ciclo normale della nostra produzione agricola. Se poi si considera nella posizione di conflitto di interesse, si riscontrano perdite ben maggiori sia nel lavoro, sia nella produzione, culminanti nello s~iopero o serrata. E' dibattuto il problema della maggior produttività fra la grande azienda e la proprietà contadina. Dobbiamo però riservarci sulla esattezza dei dati statistici, sia per le. deficienze Bi 44 4 3 Gino Bianco burocratiche, sia per l'inf~uenza politica e fisc~Ie. Comunque anche alla statistica più razionale, sfugge una parte di produzione che passa direttamente dalla mano del coltivatore alla sua bocca, cioè sfugge al controllo quella parte di produzione che passa al consumo familiare nella sin1biosi fra il podere e la famiglia. Il tema non ci permette un'analisi dell'argomento, che ci porterebbe anche allo esame della qualità oltre che della quantità della produzione, ma basti intuire il problema della constatazione che troppo spesso la famiglia del salariato vive peggio di quella del diretto coltivatore anche se con reddito in lire maggiore. Il paragone inoltre fra grande azienda e proprietà contadina, viene spesso circoscritto alle produzioni di punta e alle zone più fertili, mentre è noto che in Italia e nel Veneto in particolare, il terreno offre una produttività media e spesso minima; come pure è noto che la piccola proprietà contadina è prevalente in quest'ultin1e zone di limitata capacità pro- <l utti va. Il che però mentre giustifica lo scarto nella produzione, comprova la maggior potenzialità della proprietà
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