e) i risultati di un'inchiesta eseguita dalla Fiat su un gruppo di propri operai e impiegati, per il periodo 11-25 novembre 1952. Come risulta dalla tav. V i dati in questione sono stati messi a confronto con i risultati complessivi dell'indagine, nonchè con quelli riguardanti specificatamente l'Italia settentrionale e Torino, per maggiore omogenità di raffronto con i dati della Fiat e di Trieste (vedi tav. V). Si constata che la spesa media dei dipendenti della Fiat supera del 14% la spesa delle famiglie torinesi aventi almeno un membro disoccupato: le famiglie triestine spendono, a loro volta, il 28% di più delle famiglie di disoccupati dell'Ita- . lia settentrionale ed il 2 % di più delle analoghe famiglie to'- rinesi. Per valutare tali dati è utile tener presente che delle 1322 famiglie di disoccupati, a seguito di una domanda loro rivolta, diretta ad appurare l'esistenza di proventi di natura extra professionale, 202 non diedero risposta, 475 risposero di non aver altri proventi, 645 ammisero di avere proventi extra professionali, costituiti in 478 casi da sussidi di disoccupazione, 87 casi da pensione ed in 80 casi da proventi di varia natura (aiuti da parenti, assistenza, risparmi, ecc.). III. - Analisi dei consumi alimentari 9. - Un confronto analogo a quello della spesa è stato condotto nei riguardi dell'entità dei consumi dei principali geBiblioteca Gino Bianco neri alimentari, nonchè nei riguardi del valore complessivo in calorie e principii nutritivi. Le più rilevanti constatazioni fatte al riguardo sono le seguenti: a) il consumo di pane, pasta e legumi secchi risulta in proporzione più rilevante nelle famiglie di disoccupati che nelle famiglie normali e ·superiore nelle famiglie senza membri occupati che non presso quelle con almeno un occupato; b) assai contratto il consumo di carni (54 grammi giornalieri per unità di consumo, rispetto a 85 grammi a Trieste e -122 a Torino) ; inoltre le famiglie senza membri occupati hanno registrato un consumo minore (45 grammi) di quello delle famiglie aventi almeno un occupato (60 grammi); c) non rilevante, rispetto a famiglie normali, la contrazione dei consumi di latte e I ormaggi e di grassi da condimento; d) contratto il consumo di ortaggi e frutta; e contratto il consumo di zucchero. 10. - Circa le calorie fornite dalla dieta alimentare delle famiglie considerate, dai dati délla tav. VI si constata che la media di 2.711 calorie giornaliere per unità di consumo è inferiore del 10% al valore della dieta teorica (3000 calorie); dalla distribuzione dei vari elementi che concorrono a formare tale media si constata, inoltre, che l'entità delle calorie decresce quando si passi dalle famiglie dell'Italia settentrionale a quelle dell'Italia cen415
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