è inquietamente sentito e variamente definito dagli intelligenti del partito vincitore, e non potrebbe avvenire diversamente, dato che per i più si tratta di fare delle autobiografie. Comunque, sia per l'interventismo socialista in alcuni casi, sia per il sindacalismo sorelliano in molti altri, sia per altre vie sentimentali e culturali, un legame genealogico c'è 5empre. Fascismo e sindacalismo "Il fascismo dopo aver vinto la battaglia in difesa della Patria sta iniziandone la ricostruzione sindacalista». Se « in queste aspirazioni che vanno elaborandosi sotto la spinta degli interessi contrastanti e della necessità di poggiarsi sulle masse, senza spingerle tuttavia contro le aristocrazie dirigenti» non fossero, come pare all'Einaudi, che « ricordi e balenii di quelle dottrine di riorganizzazione della società e di gerarchie sociali che Saint-Simon e Comte ed altri posero a fondamento di quel socialismo costruttivo che i marxisti deridono come utopistico », non sarebbe che una curiosa coincidenza. Il fatto è che queste regole e discipline si traducono in organismi già sistemati ideologicamente nel processo di classificazione promosso dal socialismo, già in parte fondati in istituti giuridici positivi. Quella posizione di «centro», che all'ultimo congresso di Napoli, il Grandi, ha definito propria del fasciBiblioteca Gino Bianco smo, determinata « dallo sviluppo della sua attività sindacale che veniva trasformandone sostanzialmente la fisionomia primitiva di minoranza pugnace», presuppone e mantiene un avvicinamento e una collaborazione (fuor del senso politico) tra capitalisti, classi medie e operaie, continua cioè quella che è stata, in fondo, l'ultima e positiva operazione storica della democrazia socialista. Ma il quid novum del fascismo sarebbe nel poter svelare la dottrina ermetica delle aristocrazie sindacali proclamandone schiettamente i motivi e I.e aspirazioni gerarchiche, nel potere insegnare ed imporre, senza transazioni verbali e pratiche con gli impulsi autonomistici delle masse, una obbedienza e una subordinazione già fermamente esperimentate nelle proprie file; e così nel poter affrontare il suo compito superiore di « far aderire le masse allo Stato Nazionale». Delle due grandi esperienze psicologiche della guerra, l'autarchia e l'obbedienza, la democrazia avrebbe male utilizzato la prima, il fascismo bene la seconda. Certo è che anche l'altra lezione bene o male continua. Far coincidere le due esperienze è la promessa che tutti i partiti e tutti gli attori della politica solitamente fanno agli altri e a loro stessi: si coelum digito tetigeris ..... UBALDO FORMENTINI da " Rivoluzione Liberale " del 1923. 389
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