gerarchie aziendali: 1netodi i quali; specie nella fase di senilità di tale capitalismo, tendono più a far affiorare i rarr1polli della classe che non gli uomini tecnicamente migliori, e riò per la fatale tendenza delle ristrette classi a costituirsi tn casta. Nel grande capitalismo Ji stato la selezione delle gerarchie aziendali è fatalmente jnfluenzata dal regime politico. In e~so il peso dei titoli politici nella valutazione degli uomini agli effetti della loro carriera aziendale può essere contenuto soltanto dalla capacità di resistenza della burocrazia economica. E' quello che, per fortuna del paese, è spesso avv~- nuto nelle nostre aziende controllate dallo stato, aziende le cui alte gerarchie sono scelte, in linea di fatto, sopratutto a giudizio dei dirigenti dell'ffiI, ai quali si deve se taluni tecnici ed amministratori di valore e schivi dalla politica hanno potuto affiorare a posti di grande :responsabilità . pur frammezzo alle interferenze del politicantismo. L'alta burocrazia IRI è ancora alla generazione dei pionieri, ed ha la tenacità e __gli altri pregi caratteristici del pionierismo. Ma in un allargato capitalismo di stato le capacità di resistenza dianzi lodate sarebbero fatalmente sopraffatte. Non vedo insomma come il capitalismo di stato possa da noi normalmente eludere la pressione delle interferenze politiche aziendali - consigli di gestione- od extra aziendali - Biblioteca Gino Bianco partiti - nella scelta degli uomini cui affidare il governo delle imprese. Ho motivo invece di sperare che in un capitalismo democratico di azionariato popolare la selezione delle gerarchie aziendali - e non solo delle più alte - avverrebbe, almeno normalmente, in funzione del merito tecnico o amministrativo delle singole personalità. La democrazia dell'azionariato popolare decentra a chi lavora nella azienda stessa o ad organismi periferici prossimi all'impresa come le cooperative d'investimentò gran parte del diritto di scelta delle gerarchie aziendali. E' questa una prima garanzia di scelte consapevoli. L'altra, anzi la principale, è costituita dal fatto che il lavoratore azionista cosi come il rappresentante della coopen,- tiva d'investimento hanno direttamente il primo, mediatatamente il secondo, una co1-responsabilità economica nelle conseguenze delle scelte. E così dicasi del titolare di cartelle cooperative nella scelta dei dirigenti la cooperativa d'investimento. Qui, come nei precedenti paragrafi, ho affacciato dei problemi: non ho preteso di risolverli. Discussioni, se non sempre soluzioni saranno oggetto di un libro che è da lungo tempo in fucina e dal quale ho tratto gli stringatissimi appunti di questo articolo. TOMMASO ZERBI (deputato d. c. già sottosegretario al Bilancio) 379
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