tante nell'esercizio di cui trattasi all'azione capitalistica sorteggiata e non optata e ad accantonare tale dividendo in uno specifico « fondo opzioni», da offrire totalmente col successivo sorteggio in ripartizione a tutti · gli assegnatari di bµoni d'opzione quale quota di ribasso sull'indennizzo legale dovuto alle azioni sorteggiate che venissero optate (1). Se per avventura anche al successivo sorteggio annuale, nonostante il ribasso offerto con l'utilizzazione del « fondo opzioni», tutte oppure talune delle azioni capitalistiche sorteggiate per la rotazione d'investimento non venissero tempestivamente optate, queste rimarrebbero azioni capitalistiche in mano al loro possessore, ma il dividendo loro spettante per quest'anno verrebbe incamerato ed andrebbe ad incrementare il « fondo opzioni» o la parte residuata di tal fondo. Ad ogni successivo sorteggio annuale il « fondo opzioni» od il suo valore residuo verrebbe interamente ripartito fra tutti i buoni d'opzione assegnati nell'anno, quale specifica quota di ribasso sul prezzo legale di opzione, utilizzabile dagli opzionisti che esercitino l'opzione in quell'anno. E cosi di anno in anno. Non è chi non veda come con siffatto sistema, le azioni della nostra ipotetica « Italchimica » (1) Anche questa perdita di dividendo potrebbe essere. mutuamente ripartita fra· la totalità delle azioni soggette a tale rischio, in guisa analoga a quanto si disse per la perdita d'opzione. Biblioteca Gino Bianco sarebbero ad un certo punto offerte ai suoi dipendenti ad un prezzo talmente favorevole, ch'esse verrebbero certamente optate o dai lavoratori dell'impresa o quanto meno da qualche cooperativa di investimento. 14) Continuità di avvicendamento nell'azionariato popolare. • Come i lavoratori si avvicendano perennemente nelle singole imprese, cosl perennemente il sistema dell'azionariato popolare dovrebbe -offrire a ciascun lavoratore la possibilità di divenire comproprietario dell'impresa ed ordinatamente partecipe della sua ammimstrazione e dei risultati economici della gestione. A tal fine basterebbe che la legge conferisse alle azioni popolari delle grandi imprese democratizzate una vita massima pari alla durata del ciclo di democratizzazione, dopo di che esse ritornerebbero ad essère azioni capitalistiche, stal'lo e non siano inoltrate all'impresa emittente per il cambio materiale del titolo che le rappresenta. Con tale automatica loro riconversione esse tornerebbero meccanicamente a ricadere · sotto il rischio di venire sorteggiate ed offerte in opzione alla nuova generazione dei lavoratori dell'impresa e, per il loro tramite, alle cooperative d'investimento. Cosi nella nostra ipotetica « Italchimica » con 800.000.000 di lire di capitale originario diviso in 400.000 azioni di 2.000 lire ciascuna da convertire ner metà in azioni popolc:l,rinel -e-i377
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