Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 4 - lug.-ago. 1953

\ vestimento alla nomina dei «;onsigli di amministrazione e dc1 collegi sindacali sarà la facoità, che la legge istituti va dovrebbe riconoscere alle azioni popolari. di chiedere la rappresentanza proporzionale del loro capìt3,:e in seno a tali consigli e collrgi e di votare tali propri rappresentanU distintamente dalle azioni capitalistiche. Con ciò gli azionisti popolari potranno avere adeguata rappresentanza fra gli amministratori ed i sindaci fin dal primo a.nno della riforma, mentre, in linea di fatto, potrebbe 1·0 conseguire il predominio nel governo dell'impresa e di ·1entarne il soggetto econon1ico ben prima di avere la 1naggioranza assoluta del capitale. E' infatti risaputissimo che una porzione più o mer1O larga di azioni capitalistiche r.imarrà costantemente assente dalle assemblee delle grandi anonime, di guisa che sarà facile agli azionisti popo.i.ari od ai loro delegati di ottcaere la maggioranza nelle assemblee o votando col sisterna della maggioranza, quando le azioni c~- pitalistiche intervenute alle assemblee fossero poco nuIY1erose o fra loro discordi, oppure esercitando il :iiritto alla rappresentanza proporzionale del proprio capitale, quando le azioni capitalistiche intervenute all'assemblea fossero nul!Jtrose e compatte nella loro opposizione alle azioni popolari. Il privilegio della rappresentanza proporzionale delle azi,)ni popolari negli organi dell'amministrazione e del controllo societa1io è tecnicamente suggerito dalla preoccupazione di B 364dcaGino Bianco non subordinare la piena ef:fl.- cienza della riforma al fa!.to che gli azionisti p0polari abbiano raggiunto la magbior3.nza assoluta del capitale sociale o quanto meno la maggioranza di quel capitale che suole intervenire, direttamente o per delega, alle assemblee societarie. Tale privilegio mira a sot- .. trarre la pianificazione dello azionariato popolare agli alJettamenti della demagogia econon1ica. 6) II ritmo e l'estensione dell'azionariato popolare. Va infatti sottolineato con1e il successo di una ben congegnata riforma del granùe capitalismo nel nostro pae~€ non starà tanto nel trasferire nel più breve tempo possibile ia maggioranza del capitale delle nostre grandi i1nprese nelle .u1ani degli azionisti popolari, ma piuttosto nel trasferirne con quel ritmo ed in quella porzione che sia ad un tempv consona al ritmo di formaziJne di nuovo risparmio popolare ed all'opportuno ritmo dì disinve~timento del vecchio risparmio popolare dai suoi precedent.i impieghi, in guisa che non siano tumultuosamente turba.ti questi altri settori della fin~nz~J nazionale che non ne sia depresso nemmeno il flusso del libero capitale azi1)nario, nazionale e possibilmente anche estero, nè alle i.np.(ese non ancora democratizzate nè a quelle stesse assogbetLate ad azionariato popolare-. Tanto la deterrr.11nazione della massima espans1Jnc dell'azionariato popolai e in sostituzione dell'azionariato capita-

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==