Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 4 - lug.-ago. 1953

lancare a tale risparmio le porte· dell'investimento diretto od indiretto in beni reali. Sopra ogni altra vicenda economica emerge, per la gravità delle sue conseguenze, il fatto che nel corso dell'ultimo quarantennio la moneta che abitualmente ha espresso e concretato il risparmio delle classi lavoratrici italiane è stata ridotta a meno di un centesimo del suo originario valore in termini di cose e di servizi. Il fatto non è esclusivo del nostro paese: tutti lo hanno subito: in misura relativamente tenue od in guisa assai più grave. Il fatto non è neppure esclusivo dell'epoca nostra o del nostro regime economico : è stato piuttosto una parentesi parossistica - e non la prima - nel plurisecolare bradisismo che ha portato pressochè tutte le unità monetarie storicamente note a perdere col tempo del loro potere d'acquisto originario (1). La dolorante esperienza moderna, sovrapponendosi al mo- · (1) La storia ci segnala inoltre come in secoli passati le obbligazioni monetarie fra capitalisti fossero abitualmente regolate da monete diverse da quelle che esprimevano salari e stipendi e risparmi del popolo minuto e come le manovre monetarie dello stato incidessero sulle monete popolari e sui crediti espressi in tali monete ben più di quanto non osassero toccare le valute caratteristiche dell'economia dei ricchi: c0si sotto la dittatura viscontea come nella democrazia fiorentina. Cfr. nel mio volume « La genesi della partita doppia>> - Como, Marzorati, 1940, il cap. IV: Gli ordinamenti monetari come fattori di sistemi contabili. B 36Q :;a G·ino Bianco nito antico, dà il massimo rilievo alla necessità di predisporre efficaci difese del piccolo risparmio contro i danni della svalutazione monetaria, affinché non si ripeta che numerose classi risparmiatrici siano ciclicamente reimpoverite. Con la riforma agraria, il podere, il trattore, la dotazione di stalla, ecc., costituiranno investimenti reali spalancati al risparmio dei nuovi proprietari coltivatori. Al restante risparmio popolare dovrebbe essere spalancato sopratutto l'investimento reale nella comproprietà azionaria dei grandi capitali industriali, commerciali, edilizi. Lungi dal limitare o dallo scoraggiare il risparmio all'investimento azionario, come avverrebbe con il capitalismo di stato, la riforma economica dovrebbe anzi preoccuparsi di volgarizzare tale forma d'impiego chiamandovi le grandi masse dei piccoli e piccolissimi risparmia tori, mediante stimoli economici capaci di rendere attraente anche al più modesto di loro quei titoli azionari dai quali finora ha rifuggito. Mi si obbietterà da taluno che, almeno l'investimento nelle aziende che hanno azioni quotate in borsa - ossia nelle maggiori nostre grandi imprese capitalistiche - è aperto, e non appena da oggi, a chiunque voglia investirvi i propri risparmi. Senonchè ci sarebbe. facile dimostrare come l'azionariato, così com'è stato finora tecnicamente e giuridicamente congegnato, non porterà mai a quella diffusissima comproprietà dei grandi complessi produttivi del

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