spensabile alla creazione della proprietà. I contratti agrari non devono contenere clausole contrastanti con la libera disponibilità della terra o impétccianti l'organizzazione aziendale; nè devono alterare le condizioni di perfetta eguaglianza e libertà delle parti. I rapporti sociali devono essere improntati a reciproca buona fede, al rispetto dei diritti altrui, al riconoscin1ento e alla giusta valutazione delle competenze. Le condizioni dei salariati in conipartecipazione al prodotto devono essere fissate annualmente nella morta stagione, con rinuncia, per con1une accordo, di ricorrere durante l'annata agricola a scioperi o serrate, incompatibili con la produzione ed in contrasto con le necessità di vita della Nazione. Nei contatti delle parti, spesso, per non dire generalmente, proprietari e contadini sono in rapporti tesi ed aspri, in diretto antagonismo anzichè in collaborazione, i~ gara a chi prende di più, non già a produrre insieme di più. Sembra sfuggire loro che, ad una maggiore produzione, corrisponderà una più abbondante ripartizione del guadagno; che l'aumento dei prodotti è dato da una organi,zzazione razionale e da sementi elette, da bestiame Biblioteca Gino Bianco scelto, dal largo e oculato uso delle macchine e delle attrezzature-. Perchè insistere sulla alterazione forzata delle percentuali, quando scomparend~ l'!nteresse del proprieta- :10 s1 arresta lo sviluppo ed 11 progresso produttivo? Quando il loro risultato fin ale si risolve. così in una quantità negativa, riferendosi ad una produzione bassa ed insufficiente? Non è il guadagno fatto in danno altrui, ma quello ottenuto a mezzo di una maggiore produzione e di equa ripartizione che conta veramente e stabilmente e va a beneficio di tutti. Occorre che la tensione di tali rapporti abbia a cessare; che il clima sociale sia modificato e che tutti si persuadano che solo nella unione degli sforzi si raggiunge rinteresse reciproco. Occorre buona volontà, sincerità di intenti e onestà di azione. Queste, con1e ha detto ripetutamente l'On. De Gasp.eri, sono le vere basi morali della de1nocrazia. Rispetto alle leggi e rispetto ai diritti altrui! Educazione civica ed onestà, senza le quali nulla può reggere; esse devono regolare ogni attività ed essere sempre ed ovunque rispettate e presenti. GAETANO MARZOTTO da uno studio del 1949. 435
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