Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 4 - lug.-ago. 1953

tutto quello che è possibile per soccor,rere l'uomo nella sua vita terrena, ma occorre pur ricordare che « il significato di questa vita sta nell'al di là., nella vita eterna >). Non habemus hic manentern civitatem!. Questa semplice e salutare massima di verità cristiana ha sempre dato agli umili più conforto e più serenità di vita di qualunque esaltazione di diritti e di aspirazioni talora inarrivabili o innaturali. Il problema dei rapporti tra il padronato e le mae - stranze quale è posto oggi non in termini di collaborazione, che per quanto già in atto è suscettibile sempre. di miglioramento, ma di partecipazione alla gestione ed alla direzione delle imprese, è il problema cruciale della questione sociale odierna. Se conti-· nuerà ad essere posto in termini erronei, ne deriverà un inasprimento delle relazioni umane ed un peggioramento della talor già scarsa produttività. Per la giusta e stabile soluzione di questo problema occorre chiarezza d'idee nelie premesse e nessuna formul2 0quivoca, nessuna paura nelle conclusioni. Solo così si potrà superare quella crisi di disagio, di tensione, di irrequietezza., d'insoddisfazione che si ha negli attuali rapporti di lavoro. Il pensiero f ~44teca Gino Bianco dei Pontefici, quello genuino e di pura fonte, è una buona guida per le risoluzioni da adottare. Un quotidiano economico, alla vigilia .della Settimana Sociale di Torino, dopo aver spiegato come la ·libertà di decisioni econo~iche da parte dell'imprenditore è la sola e naturale garanzia della costi - tuzione di nuove imprese e della continuità e dello sviluppo di quelle esistenti ( « Non omni homini reveles cor tuum )) è una massima dell'Eccl. 8,22 che ben si attaglia anche all'autonomia ed alla insindacabilità della di-· rezione) cosi ammoniva i settimanalisti di Torino: « Per parte nostra riteniamo che il rapporto di lavoro non può perdere il suo caratterf contrattuale nei confron~i dell'impresa; che la socie ~à fra capitale e lavoro è feconda se libera e non coatta; che la collaborazione è possibile, utile e meritoria se è spon - tanea. Anche la stessa impresa· è storicamente una germinazione spontanea, non effettu di un atto d'autorità. Solo la evoluzione naturale potrà realizzare nuove forme ùt collaborazione e di intese, oltre quelle intese ,già in atto. Chiunque tenta di migliorarP. la situazione in atto e ricercare nuove formule da suggerire alle parti, opera bene,

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