sparatori per disperderla. La razza è la stessa, nella Federazione Marinara e in quell'altra baracca. La Romagna è una. E gli italiani sono dappertutto uguali. Commiato Mi è capitato tra le mani questo telegramma: << Mari[ .. timi Capodorlando con{ ermano solidarietà capitano Giulietti. Marittimi >>. E' arrivato in ritardo, è arrivato isolato. La gente di Capodorlando non sa quanto succede a Genova: è una sezione sperduta, Capodorlando. Ma Giulietti l'ha an1n1aestrata ai plebisciti di solidarietà, e la povera sezione ha mandato il suo piccolo povero telegramma, che è qui sul mio tavolo, trist.e come un rottame di naufragio. Capodorlando... \T agamente, n1i sembra che sia in SiciJ.ia. Io ho veduto centinai a di questi telegramnJi, ho scorso migliaia di queste frasi ridicole. So cosa sono i plebisciti giuliettiani, e non solo quelli giuliettiani. l\Ia questa carta giallina e caduta sul mio tavolo, portata da qual vento? Dal vento della fedeltà plebiscitaria -- ·o dal vento della fedeltà siciliana? Sono gitdiettiani male informa ti e pronti a tradire, o sono poveri cafoni 7 ioteca Gino Bianco riconoscenti a chi li fece imbarcare e navigare? Sono cittadini della Terza Italia, paese da cui mi son band i to in esilio: o sono miei con1pagni di esilio, ignoranti e inconsci della loro fatica? Ah, come nel dubbio n1i pesano le parole amare <li questo scritto! Cos'è Giulietti, cosa sono i suoi trionfi e le sue cadute, e quelli del Giulietti più vero e maggiore? Non lo so: il mio pens1ero si perde, il mio orgogJio si piega: io sono stanco di esaurire tutte le mie spiegazioni col disprezzQ, e di finir sempre con l'ironia. Fisso lo sguardo su quel telc-gra1nn1a, e gli aridi e secchi caratteri della linguetta gommata mi sembrano inde., cifrabili e misteriosi, come caratteri runici. Di quelli che inducevano alla venerazione gli antichi germani: i quali, appoggiati all'asta delle battaglie, si arrestavano dinanzi alle pietre runiche, ermetici monumenti della loro slirpe, a meditare e a sognare. Lasciate che mi arresti anch'io, dinanzi a questo telegramma di povera gente, a 1neditare e a sognare. GIOVANNI ANSALDO (da << La rivoluzione Liberale», 5 febbraio 1924). 321
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