Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 3 - mag.-giu. 1953

rina passato al crivello della grande guerra: e fu proprio durante la guerra che il reclutamento degli equipaggi mercantili subi il tracollo più rovinoso, e tutto il << rebù >>, tutto il rifiuto dei porti entrò, con piena cittadinanza, nella Federazione. Le esigenze sindacali indussero Giulietti a imporre agli armatori equipaggi pletorici, anche in tempo di guerra sottomarina. Ci furono dei mesi, che sulle nostre navi 1nercantili fiorì la nuova industria del silurato. Le disposizioni dell'autorità militari navali, prescrivendo la rotta obbligata a cinque chilometri dalla costa, facilitavano del loro meglio l'attacco dei sottomarini e il salvamento agli equipaggi: pareva una cosa combinata fra Giulietti, il Ministero della Marina e Von Tirpiz. I grandi transatlantici furono invasi da una folla di scarti, che prendendo il posto dei giovani e validi elementi mobilitati, erano ingombro a bordo -nel momento del pericolo, e speculavano sulla indennità di siluramento pagata dall'armatore. Gli episodi eroici, certo, non mancarono nonostante · questa spazzatura, questo tritume umano gettato a bor- . do: come non mancarono gli episodi di viltà generale, difficilmente verificabili a bor- . Biblioteca Gino Bianco do dei navigli velici di un tempo, e che udii criticare, con gli occhi fuor della testa, da vecchi marinai. In sostanza, la Gente di Mare italiana si comportò, dinanzi ai sottomarini, come quella di tutti gli altri paesi: e fuori poi di questa peripezia bellica, non è affatto quella accolta di argonauti sfidanti i flutti, che la prosa di Giulietti dipinge alle esagitate ed eroiche fantasie dei piccoli borghesi italiani. Anzi, a ragion veduta, si può dire che a bordo c'è una fortissima percentuale di poltroni e di scansaf 3:tiche, più alta che in qualunque industria di terra. Il "mannequto,, romanticocreato da Gtultettl Giulietti, di terra non marinara, di famiglia non n1arinara (i suoi fratelli furono fuochisti, cioè braccianti, a bordo di transatlantici) diventò capitano di mare così, come avrebbe potuto di ventare maestro di scuola; navigò pochissimo, non distinguendosi affatto per virtù nautiche: egli è il vero rappresentante della gente di · n1are raccogliticcia, messa insieme con tutti i pendagh che a terra non riescono a trovare un mestiere. E' il vero capitano di mare del transatlantico, l'ufficiale di 299

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