Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 3 - mag.-giu. 1953

statuti della 1llnlua Ca11109liese Lignre, tutti i capitani dei bastimenti assicurati dovevano essere di Ca1nogli, o dei paesi circonvicini; si controllava così quanto spendeva la loro 1noglie, e tacitamente si sorvegliava la fedeltà delle donne rimaste a casa, mentre gli uomini navigavano. L'industria navale comportava molto bene quella, diciamo così, <<i1nbottitura» sentimentale, quella intimità, senza di cui l'italiano stenta a ritrovarsi e ad agire. J..,a solidarietà e l'orgoglio marino degli equipaggi velici trovarono la loro espressione classica nel detto camoglino: << Gli affari del bordo non devono sortire fuori del bordo ». Io dubito che nessun Consiglio di fabbrica o nessuna pratica costante di intransigenza operaia riescano a darci qualche cosa che so1nigli allo spirito della aristocrazia di bassa prua, l'ultin1a, specialissima forma di aristocrazia manuale, artigianesca, in cui degli italiani abbiano trovato appagamento. L'ambientedel transatlanlico Tutto questo, l'industria dell'armamento moderno, lo mandò a catafascio. La coniparsa del transatlantico rappresentò, per la gente di mare italiana, la ricomparsa Bi 296. a Gino Bianco della galea. E rispuntarono le ciurme. Il grande transatlantico è paragonabile alla grande f abbrica soltanto per il suo significato nella storia dello sviluppo economico, e per la sua organizzazione tecnica, che corrisponde alla fase della macchino-f altura. l\.ia manca completamente del contenuto etico della grande fabbrica: niente c'è, in esso, che s'avvicini al significato sociale, poniamo, delle of f icine Fiat. Il transatlantico sopprime il marinaio, e non ci dà l'operaio del traffico navale. La sua architettura, tutta di soprastrutlure, ponti, casette, giardini d'inverno, passerelle, terrazzini, tradisce tutte le tradizioni della tecnica navale, e non raggiunge affatto la nuda bellezza della 1nacchina. Quella potente ·suggestione ascetica che il recinto ùella grande fabbrica esercita sul lavoratore, è vano cercarla sopra questa arca di Noè, sopra questa imbellettata giunca chinese, sopra questa veramente rinnovata galea, attelata e in1pavesata a festa perennerr1ente, per un pubblico di sfaccendati. Dei cinquecento uo1nini di equipaggio di un moderno transatlantico, soltanto un quindicesimo circa appartiene alla coperta, cioè, corrisponde, in senso approssi-

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