non può sfidare la situazione economica; ma, d'altra parte, che il costante miglioran1ento di tale situazione trova legittime e gravi suspicioni se non è accompagnato da norme e fatti capaci di assicurare ai lavoratori una equa parte della produzione accresciuta, o se permangono intollerabili condizioni di vita per taluni, o se per essi si perpetuano le paure del do1nani, o se vi sia ineguaglianza, ancor più degli agi materiali, delle << opportunità ». Il Progresso sociale è intimamente legato, così, al progresso economico, talchè l'uno sempre meno può prescindere dall'altro. Essenziale sembra, ormai, accanto a quello d'una sistematica « sicurezza sociale », l'obiettivo di offrire a tutti le occasioni di lavoro, e quello di far partecipare tutti alle risorse addizionali conseguite dal progresso materiale. Grossi temi, peraltro non insolubili, si affacci ano all'Italia nei prossimi lustri, affinchè una libera iniziativa sindacale e una meditata azione politica consentano ~ongiuntamente il raggiungimento del triplice obiettivo, sen~a restringere le basi fondamentali d'un'economia progressiva. Molti di questi temi 114 Biblioteca Gino Bianco sono stati già affrontati dalla Inchiesta parlamentare sulla disoccupazione. Intendo parlare, per esempio, delle situazioni nuove poste sul tavolo del legislatore dal fenomeno del crescente passaggio dal lavoro autonomo al lavoro subordinato; o di quello dello invecchiàmento della popolazione (il problema dei giovani e il problema dei vecchj); o dell'aumentata propensione al lavoro dipendente da parte di una aumentante popolazione femminile. Altri temi sono quelli dello sviluppo meno casuale e più ampio e sistematico delle facoltà fisiche e professionali dei lavoratori; o quelli della efficienza e della dimensione di un congegno organico di previdenze ed assistenze; oppure quelli derivanti dalla crescente aspirazione alla << regolarità » dell'impiego, la quale deve però conciliarsi con una maggior mobilità prof essionale e spaziale. Infine, occorre risolvere il problema d'un 1niglioramento ambientale e reddituale che non solleciti ulteriormente l'abbandono della montagna e della campagna. Ho esemplificato, e non enunciato. C'è per i nostri legislatori e per gli uomini di governo del pro~simo quinquennio l
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