Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 2 - mar.-apr. 1953

• Piena occu paz1one politica produttivistica e ' ' E possibile elirninare in Italia tutti gli ostacoli che impediscono la piena occupazione e la massima produttività e che •ci hann,o posto nell'attuale critica $,ituazione? E' possibile introdurre tn Italia la politica della prodJuttività intesa nel senso effet· tivo così come l'abbiamo vista applicata in America? Prima di tutto bisogna chiarire a noi ed agli altri che cosa è produttività, que·· sta parola di cui tanto si parla ed a cui si attribuiscono sovente i più svariati significati. Ad esemlpio gli industriali italiani, almeno da quello che ho appreso da rappresentanti della Confindustria in uno dei sotto-comitati del Comitato Nazionale per la Produttività, la intendono soltanto come una specie idi « organizzazione scientifica ,del Lavoro », una specie di nuovo Bédaux o di un nuovo Taylorismo forse più umanizzato, ma eh.e in definitiva dovrebbe servire a far 134 Biblioteca Gino Bianco produrre di più il lavoratore. L'esperienza americana ci ha invece dimostrato come dal punto di vista generale i,a produttività consiste nel conseguire la massima produzione utilizzando razionalmente tutti i. fattori produttivi e dando il massimo impulso al consumo sopratutto dei lavoratori. L'esistenza -di una forte disoccupazione ad esempio non solo significa che energie produttive sono inutilizzate, ma significa anche che dei consumatori sono privi del necessario potere di acquisto, significa anche che vi sono milioni di uomini il cui tenore di vita •è incompatibile con ia nostra civiltà, significa infine che vi è un problema sociale fondamentale da riso lv ere. Questo se si vogliono evitare ben più profonde crisi nel sistema di vita libera che noi vogliamo mantenere in confronto con il sistema coa~- tivo esistente in regime comunista. Non si può parlare di produttività in senso relativo,

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