Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 1 - gen.-feb. 1953

investimenti indispensabili grazie ai sacri/lei sopportati dalla solidarietà del Paese. Sarebbe per lo meno pericoloso pensare, come fanno alcuni, che noi non abbiamo bis()- gno di investimenti massicci». Anche se non è più il solo, il settore dell'industria rimane il principale. « Non potremo ritenerci soddisfatti di· un .totale di risorse, per la Francia, ap'J)ena su11eriore del 6 % a auello del 19:!8. Possiamo considérare che sono ora soddisfatti tutti i bisogni delle classi lavoratrici, operaie e contadine? Possiamo crederci al colmo dei nostri sforzi, quando la crisi degli alloggi non solamente continua a sussistere ma si aggrava di anno in anno? E se osserviamo quello che è avvenuto e che avviene negli altri paesi, non abbiamo ragione, veramente, di essere soddisfatti o rassicurati. Anche se non vi è dubbio che la Francia sia il paese dell'Europa Occidentale che fra il 1946 ed il 1951, ha maggiormente sviluppata la sua produzione». Insufficienrtietmo La Francia ha indubbiamente progredito in rapporto alla sua precedente situazione. Ma il ritmo del progresso è rimasto inferiore a quello dei suoi vicini. « Noi non superiamo adesso che del 1O % il livello della nostra migliore annata anteguerra · (1928) ,· gli Stati Uniti sono al disopra del 60 %, cosi pure l'InBiblioteca Gino Bianco ghilterra. Anche il Belgio e la Germania hanno largamente superato il livello d'anteguerra». Le ragioni del ritardo La ragione di questo ritardo è se1nplice: non ci risvegliamo adesso da un lungo letargo. Dopo il 1929, e soprattutto dopo la crisi, noi non abbiamo ripreso la nostra attività, non siamo ripartiti sulla via dell'espansione allorquando, almeno a partire dal 1934, tutti gli altri paesi lo facevano. E pur avendo riacquistato in cinque anni un pò del nostro ritardo, un serio svantaggio esiste ancora. Il fare questi paragoni non ci obbliga a pensare che debba sussistere una specie di gara fra i paesi. Il mondo però è attualmente in un periodo di evoluzione così rapida che ciascun paese che si abbandona e non segue il progresso è un paese ritardatario, con tutti ·gli inconvenienti che questo comporta per la sua indipendenza e per il livello di vita ed . il « tono» del suo popolo. Noi viviamo in un mondo dove il livello della produzione industriale, il livello della produzione dei beni di investimento e di consurno, il livello di vita sono dei criteri in/ allibili di vitalità. Noi non possiamo permetterci di addormentarci, potremmo avere dei terribili risvegli». L'insolvibilità francese sul mercato mondiale resta invariata. 93

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