Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 1 - gen.-feb. 1953

sia corr~tto dai limiti della giustizia e della carità cristiana, degenera facilmente, come è degenerato attualmente, nel concetto egoistico della proprietà assoluta. Se domani si volessero instaurare sistemi migliori di esercitare questo diritto di proprietà perchè non potre1nmo richiamarci a questi principi, a questi concetti che ci consentono le più ardite esperienze sociali? Dlo solo padrone nol usulrnttuarl Perchè non si potrebbe, per esempio, richiamandoci al princi~ie che Dio solo è padrone e gli uomini sono solo usuf ruttuari, ordinare in modo l'esercizio del diritto di proprietà da conseguire una più equa e cristiana distribuzione della ricchezza, così da raggiungerne i fini sociali ed esercitare la funzione che le è propria? Vedete quanta luce può sprigionarsi dalle teorie di quei grandi dottori che sono vissuti nel tanto disprezzato medioevo? Faccio punto a questa chiacchierata, esortandovi a continuare a studiare, e a dibattere le idee. Il periodo invernale, che stiamo attraversando, sarà stato provvidenziale se stroncando la nostra azione esterna ci avrà costretto a risalire con uno s1udio profondo e una completa pe36 Biblioteca Gino Bianco netrazione alle sorgenti stesse del nostro pensiero e della no- , stra azione. Approfondirele Idee Troppo, nostro malgrado, siamo stati trascinati nell'azione nel dopo-guerra senza avere avuto nè tempo nè modo di studiare e di prepararci. Facciamolo ora. Approfondiamo il nostro pensiero e dibattiamo le nostre idee. I o che ormai sono vecchio e che da oltre venticinque anni seguo con tutta la passione del mio animo il movimento nostro, che ho sognato il ritorno di Gesù nella società, in tutte le 1nanif estazioni sociali, portato sulle spalle d~l popolo, che dell'elevazione dei poveri e degli umili ho fatto il prograrnma della mia vita , non posso che godere di vedere mani giovani e ardenti agitare intensamente la fiaccola dell'ideale cristiano e democratico; quella fiaccola che tra persecuzioni e sacrifizi abbiamo agitato nella nostra gioventù tra lo scandalo di molti aridi cadaveri, tra lo sbandaniento di tanti, tra la ditfìdenza di opposte correnti, quella fiaccola che ha costituito però nell'ora del pericolo il punto di riunire dei liberi e dei forti per difendere sotto lo scudo crociato i destini della patria. Agitare idee in questa morta qbra di edon·ismo materialistico e ventosità parolaia e retorica è un dovere, è una missione. Compiamola.

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