Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 1 - gen.-feb. 1953

del diritto di proprie(à che è essenzialmente immoralé e pagano. Il diritto di proprietà Possiamo dire indubbiamente che il diritto di proprietà è un diritto naturale e questo è il• principio. L'organizzazione pratica invece di questo principio ha subito in passato e può subire anche nell'avvenire numerosi cambiamenti. Intanto possiamo fare una considerazione preliminare. La pratica perfetta dei consigli evangelici tende a superare e ad annullare per rinunzia volontaria, il diritto di proprietà. Due sono gli istinti fondamentali, prepotenti della natura umana. La conservazione individuale e la conservazione della specie. Dal primo deriva l'ingordigia a molto possedere; dal secondo la sete di molto godere. Contro questi due istinti, in fondo egoistici, ha reagito il Vangelo invitando quelli che vogliono esser più per/ etti a praticare la castità assoluta; a spogliarsi dalla proprietà per ridursi nella povertà assoluta. Questi principii la Chiesa li ha applicati a quelli tra i suoi membri che hanno voluto più completamente seguire i precetti evangelici: i religiosi che praticano appunto ,la castità assoluta e la povertà completa nella comunanza dei beni necessari alla vita e nella cessione alla comunità dei fr11,tti del proprio lavoro, ricevendo a · titolo di elemosina dalla comunità il solo necessario. Principii di 34 Biblioteca Gino Bianco economia fraterna, per non dire comunista, furono sempre spontaneamente praticati dalla prima comunità cristiana di Gerusalemme. Siccome però la pratica di questi principii di perfezione evangelica non erano possibili a tutti - non amnes capiunt verbum istum - ha detto Gesù, - così questi due istinti vennero volti a fini di utilità sociale col matrimonio santificato e benedetto e colla proprietà. Ma come e nel matrimonio e fuori di esso è peccato ed illecito tutto ciò che si opponga e non tenda al fine sociale del matrimonio, la continuazione dell'opera creatrice di Dio, così rispetto alla proprietà è condannabile l'uso di essa che non tenda ai fini sociali per cui è stata istituita. J\naloglecol matrimonio Notiamo ancora un'altra analogia. Il matrimonio ha un ordinamento diverso secondo i vari gradi di civiltà e di sviluppo dei popoli e si è avuto · il matriarcato, la poligamia, la poliandria e il divorzio, ma è giunto alla sua maggior perfezione nella monogamia e indissolubilità cristiana santificate anche dalla grazia del sacramento, che solo gli permettono di raggiunger-e i suoi scopi sociali, così solo nel concetto cristiano del diritto di proprietà si hanno gli elementi che le indirizzano verso il compimento dei suoi fini individuali e sociali e ne giustifl,cano appieno l'esistenza.

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