Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 1 - gen.-feb. 1953

tile chiudere gli occhi o fare gli scongiuri. E' nostro dovere prepararci all'avvenire. Lasciamo che, sgomenti, chiudano gli occhi i pusilli del conservator11,mecieco e della reazione violenta. Ne hanno ben ragione. GIIeterni prlncipii Ma noi per affrontare le situazioni anche le più complicate e gli esperimenti sociali anche· i più audaci abbiamo la luce eterna dei nostri principii immortali. Nella nostra barca, anche se I in preda ai marosi della tempesta, c'è il nostro Maestro. Teniamoci ben fissi ai nostri principii e solo a questi e non alle incrostazioni che gli uomini talvolta vi hanno appiccicato. Togliamole via queste incrostazioni perchè la luce purissima dei principii brilli in tutto il suo splendore, faro luminoso di orientamento sociale. Non commettiamo l'enorme errore commesso dal clero e dai cattolici in altri tempi. Leggevo nei giorni scorsi un curioso libro sulla rivoluzione francese « Il clero durante la rivoluzione » del Barrel, e durante quella lettura pensavo quanto sarebbe stata diversa la sorte del clero e della Chiesa in Francia se tutto il clero avesse saputo disincagliare "la Chiesa e la religione dalla monarchia. Per difendere i principii della Fede e per la Chiesa era bello soffrire e morire; l'avariata monarchia francese non meritava che il clero la di/ endesse a prezzo della propria vita. L'a3 __ ""''"'"'ca Gino Bianco ver in buona fede fatto un blocco solo della Chiesa e della 1nonarchia, mentre non ha servito a salvare la monarchia non ha fatto che travolgere nella stessa rovina il trono e l'altare. E mentre veniva spontaneo un sentimento di ammirazione per le nobili figure di sacerdoti e vescovi che si lasciarono immolare piuttosto che rinnegare i principii che si credevano indissolubili di religione e monarchia, vien fatto di pensare quante di quelle vittime si sarebbero potute risparmiare o almeno quanto più bello e anche più fruttuoso sarebbe stato il loro sacrificio se fosse stato offerto unicarnente per il principio religioso e non per l'incrostazione monarchica. La libertà Non c'è ormai più cristiano per poco istruito che pensi oggi che una qualsiasi forma di governo possa essere necessaria o più utile alla Chiesa che un'altra. Tutti sappiamo che la Chiesa si è trovata a contatto con tutti i regimi ed a tutti ha domandato e domanda una cosa sola: la libertà, e questa non è proprietà di nessun regime perchè tanto la monarchia quanto la repubblica, tanto i governi assoluti quanto costituzionali hanno spesso soppresso e conculcato la libertà della Chiesa. Non ripetiamo noi in altro campo lo stesso errore, f acendoci guardiani di male conquistate ricchezze e di un concetto 33

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