Lettere ai Lavoratori - anno II - n. 1 - gen.-feb. 1953

sfma in quanto, in questo senso, il capitale non è la macchina, la terra o la 1niniera in possesso di persone o di g'MJ,ppi di persone che non hanno fatto nulla per meritarle. Il capitale è invece quanto l'intelligenza dei dirigenti, la solerte collaborazione degli impiegati e dei tecnici, il fecondo lavoro degli operai e dei contadini strappato alla macchina, alla terra e alla miniera. Tuttavia è il denaro, e non coloro che al denaro danno valore, che è diventato l'arbitro della vita dei lavoratori. Coloro che posseggono i grossi capitali sono, nella società, una sparuta ·minoranza che audacemente si è impadronita dei mezzi di esistenza delle moltitudini, mezzi che poi rimettono sul mercato barattandoli colla infinita ricchezza offerta loro dalla mente e dalla braccia dei lavoratori. « E' difficile prevedere dove la volontà di mantenere il predominio economico spingerà il capitalismo; ma non è difficile intuire che la sua stessa struttura, il bisogno sfrenato di larghi guadagni, la concorrenza, più forte degli stessi miglioramenti tecnici, lo spingeranno f atalrnente. contro le classi lavoratrici ancora più accanitamente che non lo sia stato fino ad oggi. La politica degli Stati fortemente capitalistici è decisamente volta a forme restrittive: il liberalismo econo1nico caro agli economisti del secolo scorso è un più o meno grato ricordo. I popoli più ricchi tendono concordemente a rinchiudersi in sè stessi sbarrando le porte ai lavoratori dei paesi poveri e ad abbondante popolazione, seminando germi funesti e pericolosi. Tale è il quadro che con molta probabilità ha spinto l'Amico ha scrivere la nota lettera; e tale è la realtà contro la quale lo scrittore ha ripetutarnente cozzato, forse nella sua vita. « Noi non discutianiu i particolari, per limitarci solo a notare che i giovani cattolici hanno agitato, nel grigiore dell'ora attuale, una lu1ninosa fiaccola ideale. Un sacerdote Pietro Viale Cari amici del «Lavoratore», A proposito della lettera di un amico, mi son tornate alla mente alcune considerazioni che . ho riletto, dopo oltre venti anni, contenute in alcuni discorsi di • Biblioteca Gino Bianco llions. Jreland, arcivescovo di S. Paolo, una delle più belle e caratteristiche figure insieme col card. Gibbons, della giovane e fiorentissima Chiesa n.orda1nericana. Parlando dei doveri 31

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